Il processo per la morte del bimbo curato solo con l’omeopatia, nel 2011, giunge a una conclusione. Assolti dall’accusa di omicidio colposo i genitori.
Il Tribunale di Lecce ha emesso la sentenza sulla morte del bimbo curato solo con l’omeopatia. Ed è stata piena assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Il padre medico e la madre erano stati accusati di omicidio colposo per aver omesso in cooperazione tra loro, fin dalla nascita del bambino, di provvedere ad accertamenti diagnostici mirati, cure e provvedimenti terapeutici.
I fatti
La vicenda riguarda il medico Luigi Monsellato e la moglie Giovanna Pantaleo. I due erano stati accusati di aver causato la morte del figlio Luca, deceduto a meno di quattro anni, il 20 ottobre 2011. Nonostante il piccolo avesse una serie di gravi patologie e, infine, una polmonite che si sarebbe rivelata fatale, era stato curato dai genitori con l’ausilio delle sole medicine omeopatiche.
I genitori sono quindi stati accusati di omicidio colposo, e di aver omesso di sottoporre il figlio a cure e controlli riconosciuti e prescritti dalla miglior scienza ed esperienza medica. Inoltre, i due sono stati accusati di non aver sottoposto il piccolo alle consuete visite di controllo, da parte del pediatra di base.
Dopo la discussione delle perizie tecniche in dibattimento, è arrivata la sentenza di assoluzione. I genitori del piccolo Luca sono stati o difesi dall’avvocato Lorenzo Valgimigli, del foro di Ravenna, e Giulio De Simone, del foro di Lecce.
Secondo l’accusa, seppur il piccolo mostrasse i segni di gravi patologie, i genitori si sarebbero limitati a somministrargli cure omeopatiche. Il padre, infatti, medico, riteneva che, tali farmaci, fossero efficaci. Tuttavia, anche per la Procura Salentina, quelle cure erano assolutamente inidonee a trattare le patologie del piccolo Luca.
L’archiviazione, chiesta per il caso dal pm Alberto Santacatterina, nel 2015, era stata respinta respinta dal gip Alcide Maritati, che aveva disposto l’imputazione coatta dei genitori, oggi assolti.
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