Il medico avrebbe tagliato per sbaglio l’arteria polmonare del paziente provocandone uno shock cardiogeno e il conseguente decesso

Si è concluso nei giorni scorsi a Bologna il processo per la morte di un avvocato 72enne, professore di diritto in pensione, deceduto ad agosto del 2011 dopo essere stato sottoposto a biopsia tac guidata in day hospital al policlinico Sant’Orsola.

Nello specifico, il paziente era stato preso in carico dal reparto di pneumologia per un intervento di ‘Biopsia transparietale guidata’, finalizzato a prelevare una massa ritenuta sospetta e preoccupante da sottoporre ad esame. Qualche settimana prima, infatti,  l’uomo, accorgendosi di un piccolo rigonfiamento all’inguine si era recato in Pronto soccorso pensando a un’ernia, ma gli accertamenti eseguiti avevano evidenziato un piccolo nodulo dietro il polmone sinistro.

Nel corso della biopsia lo pneumologo, secondo l’ipotesi dell’accusa, avrebbe tagliato per sbaglio l’arteria polmonare; la lesione e il conseguente travaso di sangue e tamponamento cardiaco avrebbero determinato uno shock cardiogeno che causò la morte dell’uomo.

Sul banco degli imputati, oltre allo pneumologo, era finito, con l’accusa di omicidio colposo, anche un radiologo che tuttavia è stato assolto con la vecchia formula dell’insufficienza di prove.

Lo pneumologo, invece, per il quale l’accusa aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione, è stato condannato a 9 mesi, con sospensione condizionale della pena. Il giudice ha anche disposto provvisionali di 25mila euro a favore dei fratelli della vittima, costituitisi parte civile nel corso del processo.

Ai due figli dell’avvocato, alla moglie e a due nipoti  era già stato riconosciuto, in sede civile, un risarcimento per danni patrimoniali, morali e biologici pari a oltre un milione di euro. I periti della Procura avevano infatti riconosciuto la sussistenza di un  rapporto causa-effetto fra la manovra eseguita dal medico, la lesione arteriosa e tra quest’ultima e il decesso. Una lesione che sarebbe stata provocata per negligenza, imperizia, imprudenza, anche perché, secondo i consulenti, il medico scelse il percorso più rischioso per arrivare al nodulo e aspirare la massa, passando a sinistra dello sterno.

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