I nove familiari dell’uomo morto per shock emorragico sono stati risarciti a seguito della sentenza che ha condannato i medici a due anni

È arrivata la condanna a due anni per i due medici ritenuti colpevoli del decesso di un uomo morto per shock emorragico in seguito a un intervento di gastroplastica laparoscopica.

Ma ecco cosa è accaduto.

La vittima, S.C. di 34 anni, era un autotrasportatore di Fermo ed è deceduto il 23 gennaio del 2013. Il giovane è morto di shock emorragico dopo essere stato operato presso la clinica Stella Maris di San Benedetto.

Il 34enne voleva dimagrire. Per questo, aveva deciso di sottoporsi ad un intervento chirurgico di gastroplastica laparoscopica eseguito il giorno prima, il 22 gennaio, dal medico chirurgo Giorgio Gaggiotti di Ancona e con l’assistenza del medico anestesista Tiziano Rosafio di Pescara.

Era, però, deceduto proprio il giorno dopo l’operazione.

L’autopsia ha infatti stabilito che S.C. morì a causa di uno shock emorragico da imponente sanguinamento endoaddominale.

Questo era collegato con l’intervento chirurgico al quale si era sottoposto il giorno precedente alla clinica Stella Maris.

Secondo il sostituto procuratore Mara Flaiani, il giovane la mattina dopo l’operazione accusò “sintomi tali da generare il sospetto di una emorragia addominale, nota quale possibile complicanza dell’intervento chirurgico”.

In particolare i sintomi erano ipotensione, episodi sincopali, lieve anemia. Ma anche acidosi metabolica e contrazione della diuresi in paziente con funzionalità renale normale in fase pre operatoria.

Secondo il magistrato, i due medici in presenza di questo quadro clinico non avrebbero effettuato tempestivamente un’ecografia addominale.

Un esame fondamentale. Anche perché  “avrebbe consentito una precoce diagnosi di emoperitoneo, inducendo ad un immediato nuovo intervento chirurgico che avrebbe potuto salvare la vita a Cintio, atteso che lo shock emorragico era ancora allo stadio iniziale”.

Quel giorno, invece, il dottor Rosafio aveva prescritto solo una terapia farmacologica. Inoltre, aveva rinviato l’esame strumentale all’addome al pomeriggio.

Una decisione ribadita anche alle ore 11 in accordo con il dottor Gaggiotti. Questi aveva anche visitato il paziente. Ciononostante si era atteso per l’esame.

L’ecografia addominale venne quindi eseguita alle 16.30. Ma “lo shock emorragico aveva ormai raggiunto un livello di gravità tale da determinare l’irreversibilità del quadro clinico”.

Il 34enne è stato portato in sala operatoria, ma morto per collasso cardio circolatorio mentre lo stavano anestetizzando.

Ebbene, ieri il giudice del tribunale di Ascoli Marco Bartoli ha condannato entrambi i medici accusati di omicidio colposo a due anni. Stabilito anche un risarcimento danni in favore dei nove familiari dell’uomo.

La sospensione della pena è stata subordinata al pagamento di una provvisionale complessiva di 975mila euro.

Riconosciuto il risarcimento anche al compagno della madre, col quale la vittima ha convissuto a lungo, e allo zio coetaneo.

 

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