L’elettrocardiogramma del paziente presentava delle anomalie; i medici non avrebbero ripetuto gli esami enzimatici
Il Tribunale di Napoli – VIII sezione Civile ha condannato l’Asl Napoli 1 alla liquidazione di un risarcimento pari a circa 800mila euro nei confronti di moglie e figli di un 63enne deceduto nel gennaio del 2011 a causa di un infarto. L’uomo era stato trasportato in ambulanza al Pronto soccorso dell’Ospedale Loreto Mare a causa di forti dolori al torace. Ma dopo solo due ore, nonostante un elettrocardiogramma che presentava delle anomalie, era stato dimesso con una generica diagnosi di dolore toracico.
Secondo quanto ricostruito, non vennero ripetuti gli esami enzimatici fondamentali per l’accertamento di un infarto in atto. E infatti dopo poche ore il paziente era stato costretto a rivolgersi nuovamente al 118, ma il suo quadro cardiaco era ormai compromesso e nonostante il trasferimento immediato al Policlinico di Napoli per lui non c’era stato più nulla da fare.
La sentenza del Tribunale partenopeo fa riferimento a “plurimi episodi di negligenza” da parte dei sanitari del Loreto Mare. Secondo i consulenti della famiglia, se si fossero effettuati tutti i dovuti accertamenti, magari trattenendo, come da protocolli e da linee guida, qualche ora in più il paziente si sarebbe, con estrema verosimiglianza, individuato e poi trattato l’infarto in atto.
Il risarcimento è stato disposto in sede civile, senza che sia intervenuta una condanna penale. L’Azienda sanitaria Napoli 1 – come spiega il quotidiano il Mattino che ha riportato la vicenda – risponderà in solido con il proprio fondo rischi e la copertura assicurativa. Quest’ultima ha un massimale molto alto e una franchigia cumulativa, raggiungibile da più eventi avversi nel corso dell’anno, di 5 milioni di euro.
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