Per i consulenti l’amputazione è dovuta all’imperizia del personale sanitario che avrebbe potuto evitare l’amputazione, ma non c’è nesso di causalità con il successivo decesso della piccola vittima

Era nata dopo appena 27 settimane di gestazione e pesava meno di 600 grammi; nei primi due mesi di vita trascorsi nel reparto di terapia intensiva neonatale del Policlinico Umberto I di Roma, nutrita artificialmente in incubatrice, cominciava a prendere peso. Poi una necrosi al braccino sinistro e la conseguente amputazione d’urgenza. Ma nonostante l’intervento fosse riuscito, dopo poche settimane durante le quali era stata trasferita all’Ospedale Bambino Gesù, la piccola era deceduta. E’ la terribile storia di una neonata di origini albanesi, che risale all’estate del 2015, tra il primo luglio, quando la piccola è venuta al mondo prematuramente , e il 6 settembre, data del decesso.

Già dopo l’amputazione del braccio i genitori della bambina avevano presentato una denuncia nei confronti del personale medico del Policlinico Umberto I, a seguito della quale era stata aperta un’inchiesta. In questi giorni sono state rese note le conclusioni cui sono giunti i consulenti nominati dal Pubblico ministero. La bimba sarebbe morta per “un’insufficienza multiorgano da sepsi tardiva”. La necrosi che ha portato all’amputazione dell’arto sarebbe da imputare all’errato inserimento di un catetere, che avrebbe percorso l’arteria succlavia e da lì l’aorta discendente. L’operato dei sanitari dell’Umberto I, per i consulenti appare quindi “viziato da profili di censura, per imperito posizionamento del catetere e imprudente gestione della paziente nell’immediato post inserimento”. Tuttavia tale imperizia e la conseguente amputazione del braccio “non hanno assunto – si legge nella relazione – valore causale e/o concausale nel determinismo del decesso della neonata”. Pertanto, i medici del reparto di terapia intensiva neonatale che hanno avuto in cura la neonata, e di cui il Pm ha chiesto l’individuazione, rischiano ora un’accusa per lesioni colpose, in quanto avrebbero potuto evitare l’amputazione, ma è scongiurata l’accusa per omicidio colposo.

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