Una sentenza della Cassazione si è pronunciata in merito all’atto di non restituire i soldi ricevuti col mutuo e alle relative conseguenze

Si può considerare appropriazione indebita non restituire i soldi ricevuti col mutuo? Si rischia una condanna?
Della questione si è occupata la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24857 del 18 maggio 2017.
Per i giudici, non restituire i soldi ricevuti col mutuo non costituisce reato di appropriazione indebita.
Questo perché tale reato non può configurasi in riferimento a una somma di denaro che sia transitata al soggetto per mezzo di un regolare contratto di mutuo.
Nel caso di specie, la Corte d’appello di Salerno, riformando solo parzialmente la sentenza di primo grado, aveva confermato la condanna di tre imputati.
Il reato di cui erano incriminati era “appropriazione indebita” (art. 646 c.p.), ma le pene erano state ridotte.
Per la Corte d’appello doveva essere confermata la penale responsabilità degli imputati, perché gli stessi si erano illegittimamente appropriati di una somma di denaro, pari a Euro 30.000,00, che era stata loro prestata da una stretta parente.
Gli imputati hanno però fatto ricorso in Cassazione, ritenendo ingiusta la decisione.
Nel caso di specie hanno evidenziato che non era stato commesso il reato di “appropriazione indebita”.
Era stato infatti stipulato un contratto di mutuo (art. 1814 c.c.) con la parente, con la conseguenza che le somme di denaro sono entrate nel patrimonio degli imputati. Pertanto, l’originario proprietario non poteva più affermare di averne il possesso.
Di conseguenza, per i ricorrenti, non restituire i soldi ricevuti col mutuo non costituiva reato.

Il delitto di appropriazione indebita, infatti, richiede, per definizione, che ad un soggetto sia tolto il possesso di un determinato bene.

La Cassazione ha dato loro ragione, accogliendone il ricorso.
Per i giudici, il reato di appropriazione indebita può dirsi configurato solo quando la somma sia stata prestata affinché il soggetto la utilizzi per un preciso e determinato scopo e il medesimo, invece, la utilizzi per uno scopo diverso, violando il vincolo fiduciario con colui che gli ha prestato i soldi.
Ma nel caso di specie si trattava solo di una mancata restituzione della somma concessa in prestito.
Inoltre, poiché dagli accertamenti effettuati i corso di causa era emerso che il soggetto aveva dato in prestito la somma di denaro agli imputati, “i quali ne avevano bisogno per sostenere alcune spese personali”, la mancata restituzione della stessa non poteva dirsi idonea ad integrare un ipotesi di “appropriazione indebita”.
Pertanto, la Cassazione ha annullato la sentenza, assolvendo gli imputati perché il fatto non sussiste.
 
Hai avuto un problema analogo e vuoi essere risarcito? Scrivi per una consulenza gratuita a redazione@responsabilecivile.it o telefona al numero 3927945623 
 
 
 
Leggi anche:
APPROPRIAZIONE INDEBITA, IMPEDIRE ALL’EX CONIUGE DI RECUPERARE LE PROPRIE COSE È REATO

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui