Per la Società Italiana Sistema 118 l’entrata in funzione del numero unico di emergenza rischia di mettere in pericolo la vita dei pazienti

“In Italia, da quando sono entrate in funzione le Centrali di risposta con il numero unico di emergenza 112, il tempo prezioso di intervento si è dilatato. Colpa dello smistamento delle chiamate e del passaggio da un operatore all’altro”. La denuncia arriva dal presidente nazionale del SIS 118, Mario Balzanelli.

“L’Europa – afferma Balzanelli – non ci ha chiesto di sostituire il numero di emergenza 118 con il 112, ma di affiancarlo”. In base alla direttiva comunitaria 91/396/Cee, infatti, il numero unico 112 per l’emergenza viene introdotto “parallelamente ad ogni altro numero nazionale esistente per tali chiamate”.

Si tratta di un modello operativo che ha il vantaggio di non comportare volumi di spesa particolarmente elevati.

Ciascun Paese, infatti, dispone già delle proprie reti nazionali di accesso telefonico dedicato per le varie emergenze. A tali numeri rispondono direttamente i sistemi specifici istituzionalmente responsabili della gestione delle diverse tipologie di emergenze.

Balzanelli sottolinea, invece, come l’Italia abbia istituito il 112 eliminando gli altri numeri. Il presidente SIS 118 chiede invece per i cittadini l’accesso diretto al Sistema di emergenza territoriale, ovvero al 118, così come avviene nel resto d’Europa.

In tal senso auspica un confronto di tutte le istituzioni dei servizi di emergenza affinché venga fatta una valutazione comparativa tra i tempi di intervento dei mezzi di soccorso quando la richiesta di aiuto arrivava direttamente al 118, e i tempi attuali con la Centrale Operativa del 112 che smista, l’intervento alla Centrale Operativa del 118.

Il tempo che passa tra una telefonata di soccorso e l’arrivo di un’ambulanza, rappresenta infatti il discrimine tra una vita salvata e una vita persa. Ad esempio all’insorgere di un arresto cardiaco improvviso, per ogni minuto che passa si perde mediamente il 10% di possibilità di ripristino della circolazione spontanea.

“Chi di noi – domanda Balzanelli – è disponibile, per un solo minuto perso nelle operazioni di doppio passaggio tra 112 e 118, in quei momenti terrificanti, a cedere quel 10% di possibilità di tornare a vivere?”.

 

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