I periti nominati in secondo grado hanno scagionato un medico dall’accusa di omicidio colposo per il decesso di una paziente cardiopatica

Era stato condannato in primo grado a un anno per la morte di una paziente cardiopatica deceduta nel 2010 presso il reparto di ortopedia di una clinica di Palermo. Nelle scorse ore, tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato tale decisione assolvendo un ortopedico dall’accusa di omicidio colposo per non aver commesso il fatto.

La donna, secondo quanto riscostruito dal Giornale di Sicilia, si era fratturata il femore mentre era in attesa del proprio turno all’ufficio ticket dell’Ospedale Civico; dal momento che il nosocomio non aveva posti disponibili era stata dirottata su un’altra clinica del capoluogo siciliano.

Sebbene ricoverata d’urgenza, la donna venne operata solamente dopo sette giorni. Questo “ingiustificato ritardo”, secondo gli inquirenti del giudice monocratico del Tribunale, sarebbe stato alla base del decesso, avvenuto per arresto cardiocircolatorio all’inizio dell’intervento.

Per i periti e consulenti di primo grado, infatti, alla signora sarebbe stata fatale un’embolia non rilevata dai medici, causata dalla frattura e della lunga attesa.

Il cuore della paziente successivamente aveva ripreso a battere ma i danni erano ormai irreversibili. Trasportata in Rianimazione era deceduta dopo alcuni giorni.

La difesa, nel ricorrere in appello, era riuscita a far nominare nuovi periti. I consulenti hanno esposto un quadro diverso rispetto ai primi accertamenti, evidenziando le patologie di cui soffriva la signora. Una situazione che la rendeva particolarmente esposta a rischi che avrebbero imposto delle altre valutazioni prima dell’intervento.

In conclusione, secondo la Corte territoriale, la paziente era cardiopatica e la sua morte non sarebbe legata a un’embolia. Tuttavia, i Giudici di secondo grado non hanno dichiarato il fatto insussistente escludendo del tutto responsabilità nella morte della paziente.

Spetterà ora alla Procura generale sollecitare eventuali riaperture di indagini, anche se i termini di prescrizione sono vicini. Nel frattempo con la sentenza di appello è stata anche revocata la provvisionale di 15mila euro che il Tribunale aveva disposto a favore della parte civile.

 

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