Un anno e sei mesi di reclusione: questa la pena inflitta a un medico e a due dirigenti per la morte di un paziente precipitato dalla finestra di una casa di riposo nel 2015.

Svolta nel caso di un paziente precipitato dalla finestra di una casa di riposo e deceduto sul colpo il 28 febbraio 2015 a Revere, in provincia di Mantova. Un medico e due dirigenti della società Sereni Orizzonti che, fino all’ottobre 2016, ha gestito la struttura assistenziale nella quale è morto l’85enne Ernesto Tellini, sono stati condannati.

Un anno e sei mesi di reclusione per entrambi: è questa la pena inflitta dal giudice Ivano Brigantini ai tre imputati finiti a processo per la morte dell’anziano.

Ma ecco cos’era accaduto.

All’uomo, durante un ricovero all’ ospedale di Pieve di Coriano, i medici avevano prescritto alcuni farmaci salvavita.

Ma stando alle testimonianze raccolte, questi non erano mai stati dati all’anziano.

L’uomo aveva alle spalle diversi tentativi di fuga dalla struttura. Prima di cadere nel vuoto, infatti, Tellini era riuscito a fuggire dalla casa di riposo due volte e per due volte si era ferito.

Fatti questi che avrebbero dovuto indurre a una maggiore e più attenta vigilanza, che pare non ci sia stata.

Dopo il decesso dell’uomo precipitato dalla finestra, la figlia aveva presentato un esposto all’Ats, nel quale denunciava una serie di irregolarità.

In seguito erano stati realizzati accertamenti dagli ispettori, sia sulla struttura che sull’assistenza fornita ai suoi ospiti.

Ebbene, da tali controlli erano emerse numerose carenze e gravi irregolarità sia nella custodia dell’ospite che nella somministrazione dei farmaci che gli erano stati prescritti.

Carenze di cui è stata trovata traccia anche nella documentazione medica. Tellini aveva una stanza tutta per sé e quel giorno si era deciso a scavalcare la finestra.

Forse, in un ennesimo tentativo di fuga. Ma è precipitato per diversi metri battendo la testa e morendo.

All’epoca dei fatti, il legale rappresentante V. B. e F. A., direttore generale delegato della residenza sanitaria erano ai vertici della struttura. A questi si aggiunge l’ allora direttore sanitario G.B.C. E per questa morte, sono stati tutti condannati.

La difesa però non si rassegna.

“Aspetteremo le motivazioni – commenta l’avvocato Fausto Discepolo – e poi sicuramente faremo appello. Ribadisco ciò che abbiamo sostenuto nel corso dell’intero processo. E cioè che la società ha rispettato tutte le normative fornendo un’assistenza qualificata. Quello che è accaduto ritengo sia stata una fatalità. Chi poteva immaginare che un 85enne potesse superare un parapetto alto un metro e venti”.

 

 

 

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