Il Segretario Nazionale del Settore INPS FIMMG spiega a «Responsabile Civile» i vantaggi del passaggio all’INPS delle visite fiscali anche nel pubblico impiego, ma avverte: «no a tagli lineari»

Solo nel 2014, secondo i dati forniti dal Settore Inps della Fimmg, l’aumento delle giornate di malattia chieste nella Pubblica Amministrazione è costato 100 milioni in più: l’ente ha osservato che, se nel comparto pubblico le giornate di malattia si riducessero (andando a pareggiare quelle delle regioni più virtuose nel privato) si potrebbe avere un risparmio di circa 1,5 miliardi di euro e si avrebbe una macchina statale più efficiente.

Alfredo PetroneDa qui, l’importanza, dell’Istituzione del nuovo Polo Unico per la Medicina Fiscale, con passaggio all’INPS delle visite fiscali anche per il pubblico impiego. È Alfredo Petrone Segretario Nazionale del Settore INPS FIMMG, a illustrare a «Responsabile Civile» quali sarebbero i vantaggi: «Tra i vari vantaggi del Polo Unico per la medicina fiscale ci sarebbe la certezza dell’effettuazione della visita, l’incremento del controllo, oltre all’uniformità del giudizio perché si mette in capo a un ente che svolge questo lavoro per il privato da tanti anni, con eccellenti risultati».

L’INPS, ci spiega ancora Petrone, ha «una metodologia di lavoro ben standardizzata: si utilizzano sistemi informatizzati altamente specializzati quali il data mining o il SAVIO, per la ridistribuzione delle visite ai vari medici fiscali in base alla loro distanza dal lavoratore, nell’ottica di un risparmio chilometrico. È il risultato di un lavoro fatto in tanti anni, per cui l’INPS è l’ente superspecializzato in questo campo, ed è anche il motivo per cui il legislatore ha pensato di trasferirgli tutta la competenza».

Fondamentale, però, è che si investano le giuste risorse per la effettuazione del Polo Unico della medicina di controllo e per rispondere al gran numero di visite fiscali che, per norma di legge, sono richieste per la pubblica amministrazione. «Se si opera una spending review con taglio lineare sulle risorse allocate si rischia di non avere il servizio per il quale la legge delega è stata scritta» chiarisce il segretario nazionale del settore INPS FIMMG Petrone. Anzi, «si rischia di ricadere in un disservizio e non in un incremento nel servizio per lo Stato. Se si pensa di trasferire non quanto stanziato, ma magari quanto speso attualmente perché le visite non sono state fatte, naturalmente non si risolve nulla…».

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