Le sigle aderenti al Patto per la Professione Medica non firmeranno il preaccordo sul contratto dei medici se il testo non recepirà le numerose istanze dei sindacati

Non ci sarà la firma dei sindacati CIMO-FESMED e ANPO-ASCOTI-FIALS Medici nel preaccordo sul contratto dei medici. Per lo meno se il testo in discussione non recepirà le numerose istanze dei sindacati. L’ultima versione del testo è stata resa disponibile da Aran solo nel pomeriggio di ieri, alla ripresa delle trattative, con una scadenza di chiusura entro la giornata di oggi. Ciò a causa dall’imminente scadenza dell’attuale presidente Aran, Sergio Gasparrini, in attesa del successore.

 “Se il testo che ci verrà presentato non avrà accolto le nostre osservazioni, avremo un contratto non accettabile perché potrebbe confermarsi di fatto ‘il contratto dei non medici’ o ‘contro i medici’”. A dichiararlo è Guido Quici, Presidente del Patto per la Professione Medica, l’accordo di unità sindacale recentemente siglato tra CIMO, FESMED, CIMOP, ANPO-ASCOTI-FIALS Medici.

Secondo gli aderenti al Patto per la Professione Medica, la trattativa ha subito un’improvvisa accelerazione anche per la preoccupazione che qualche sindacato potesse far “saltare il banco” con le sue critiche motivate e le pregiudiziali, vanificando quel progetto politico che vuole non armonizzare i fondi ma fonderli in un unico contenitore per favorire una carriera unica tra medico, sanitario non medico, veterinario e professioni sanitarie. 

“Alcuni diranno che è un buon contratto – avverte Quici – altri che è il miglior contratto possibile di questi tempi, altri che non si poteva ottenere di più e così via. Nel rispetto delle posizioni di ciascuna Organizzazione Sindacale, gli aderenti al Patto Federativo per la Professione Medica – CIMO-FESMED e ANPO-ASCOTI-FIALS Medici – ritengono, invece, che i testi su cui si è discusso fino ad oggi siano inadeguati, anzi indecenti, perché danneggiano la professione medica in termini morali, professionali, economici e normativi. Riteniamo, inoltre, che sia un contratto politico voluto dalle regioni, e principalmente da una, con l’obiettivo di aprire una corsia preferenziale ad altre figure professionali sanitarie con i soldi accantonati dai medici”. 

“In questi mesi si è costantemente parlato di disagio medico, di carenza di medici, di fuga dal SSN pubblico, di demotivazione, di giovani medici senza futuro in Italia, di investimenti in competenze sprecati, di necessità di riorganizzare l’accesso alla professione. Eppure, non si dà oggi il tempo materiale di approfondire un nuovo testo pieno di insidie e trucchi, punitivo e irresponsabilmente vessatorio sui medici, e si impedisce al sindacato di trattare norme tese a garantire migliori condizioni di lavoro, tutela dei professionisti e dei pazienti”.

“Se tra oggi e domani – ha dichiarato ieri Quici – come molto probabile, il testo definitivo proposto da ARAN non dovesse modificarsi significativamente, le OO.SS. aderenti al Patto per la Professione Medica (CIMO, FESMED, ANPO-ASCOTI-FIALS Medici) saranno costrette a non firmare il pre-accordo per tutte le ragioni già in questi mesi ampiamente rese note, dichiareranno lo stato di agitazione dei propri iscritti e promuoveranno assemblee nei presidi sanitari e ospedalieri per denunciare le modalità con cui è avvenuta la trattativa nazionale e i contenuti del nuovo contratto. Il nostro NO al pre-accordo – sottolinea il Presidente del Patto per la Professione Medica – sarà innanzitutto un NO POLITICO a difesa della professione medica ed è anche un NO TECNICO rispetto alla presunta volontà di escludere dal testo, in questa fase finale, decine e decine di disapplicazioni di norme contrattuali pregresse, che di fatto condizioneranno pesantemente il futuro contratto”.

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