È italiano il primo trapianto liquido e non chirurgico in campo oculistico. Il via libera dal ministero della Salute al dottor Emiliano Ghinelli. Siamo nel campo della rigenerazione tessutale.

Secondo Ghinelli, quarantaduenne responsabile del Servizio di oculistica presso gli ospedali civili di Volta Mantovana e di Castiglione delle Stiviere (Mn) e direttore scientifico dell’Istituto laser microchirurgia oculare a Brescia (Ilmo), il futuro della medicina è da ricercare più nella biologia che nella farmacologia. “Il corpo umano – spiega il giovane medico – è capace di autoripararsi, basta trovare i meccanismi che lo stimolino a farlo. Bisogna lavorare su questo”. È ciò che il dottor Ghinelli, nella sua estesa esperienza – vanta anche un incontro fondamentale anche con Rita Levi Montalcini al dipartimento di Neurobiologia molecolare del Cnr – ha fatto con l’occhio. “Siamo molto felici – spiega Ghinelli con numerose esperienze professionali negli Stati Uniti – perché rappresenta il sospiratissimo coronamento di quindici anni di lavoro. Anche se è solo l’inizio poiché da oggi mi auguro si inizi a sperimentare l’applicabilità di questa tecnica anche ad altre patologie, come le malattie neurodegenerative, le malattie della pelle, del tratto gastrointestinale e delle ossa”.
La sua ricerca verte sulla produzione di unità elementari – come lui stesso le definisce – di membrana amniotica. “Non facciamo altro che ridurre in piccolissimi frammenti il tessuto di membrana amniotica, che contiene grandissime quantità di cellule staminali, così da poterlo somministrare in maniera topica e indolore, ma senza chirurgia”. Si tratta dunque di un collirio ricco di frammenti tessutali che una volta a contatto con l’occhio riescono a bloccare patologie e riparare ulcere corneali e neurotrofiche, patologie autoimmuni e rigetti da trapianti di cornea. Questo grazie alla combinazione di sostanze antinfiammatorie, nutritive e neurorigenerative presenti nel collirio.
Un’eccellenza ritornata dunque in Italia. Dopo diversi anni di lavoro in America l’oculista nostrano ha deciso di ritornare al paese di origine perché convinto che la sua carriera si sarebbe sviluppata qui. Emiliano Ghinelli è oltretutto convinto della portata rivoluzionaria del collirio. Una tecnica che secondo lui si potrebbe applicare ad altre malattie dal forte impatto neurodegenerativo, come Parkinson, Alzheimer e Sclerosi multipla. Patologie causate da una compromessa funzionalità neuronale. Secondo Ghinelli dunque “una degenerazione, quella ipotizzata in queste malattie, che comporta a sua volta il deficit di diversi elementi, fra cui molti fattori di crescita contenuti appunto nelle unità elementari della membrana amniotica”.

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