Per le associazioni degli avvocati, con la norma introdotta nel Decreto Sicurezza, il processo amministrativo non è più telematico

Durante l’esame al Senato del cosiddetto “Decreto Sicurezza” è stata inserita una norma che prevede l’introduzione dell’obbligo di depositare una copia cartacea del ricorso e delle memorie difensive presentati al giudice amministrativo con modalità telematiche. Per il Movimento Forense il provvedimento segna “il fallimento, per scelta esclusiva del legislatore, del Processo Amministrativo Telematico”. L’Associazione sottolinea come venga a cristallizzarsi quello che era un obbligo (già contestato e contestabile) meramente transitorio.

In precedenza, infatti, il deposito cartaceo era limitato ai giudizi introdotti con ricorso davanti al giudice amministrativo effettuato, sia in primo grado che in appello, fino al 1° gennaio 2018. Termine, quest’ultimo, prorogato al 1° gennaio 2019 dalla legge di bilancio 2018.

“Tale pessima riforma si palesa come un colpo mortale alla credibilità del processo telematico e finisce per onerare nuovamente gli avvocati di una attività non necessaria”.

Peraltro, secondo Movimento Forense, è evidente che i costi necessari per il deposito della copia ricadranno sostanzialmente sui cittadini. Da qui la richiesta affinché Governo e Parlamento rivedano la loro posizione. In particolare l’auspicio è che recedano dall’idea di rendere definitivo il deposito cartaceo delle copie di cortesia. Ma anche che aboliscano definitivamente tale obbligo come previsto fino alla recente riforma.

Dello stesso parere anche l’Associazione dei Giovani Avvocati che chiede la “necessaria implementazione, a tutti i livelli, del processo telematico”.

“I giovani avvocati non condividono affatto lo spirito della norma, né le modalità con cui la stessa è stata inserita”. Lo evidenzia il presidente nazionale Aiga, Alberto Vermiglio. “Nella norma non si ravvisa alcuna plausibile giustificazione per la stessa, né tantomeno alcuna “semplificazione”. Ma semmai una “implicita contrarietà all’impianto del processo telematico non giustificabile dopo i tanti sforzi profusi dall’avvocatura per adeguarsi ai tempi”.

 

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