Nel bando esplicitata la possibilità di recesso per giusta causa in caso di rifiuto a eseguire la prestazione lavorativa

La notizia risale alla fine dello scorso anno ma è tornata di attualità dopo il dibattito scaturito nei giorni scorsi dal concorso del San Camillo di Roma riservato a ginecologi espressamente deputati all’applicazione della legge 194.
Si tratta di un altro concorso, indetto in Veneto e anche in questo caso finalizzato a contrastare il fenomeno dell’obiezione di coscienza; ma questa volta la 194 non c’entra. L’Ulss 18 di Rovigo ha infatti indetto una procedura per l’assunzione di biologhe per il Centro di procreazione assistita dell’Ospedale San Luca di Trecenta, un’eccellenza del settore con 200 fecondazioni praticate e 62 bambini nati nel solo 2016.
Dopo il rifiuto di due biologhe alla pratica della Pma, la struttura è dovuta correre ai ripari emanando un bando ad hoc in cui si specificava che l’eventuale obiezione costituirebbe “giusta causa di recesso dell’Azienda in quanto la prestazione lavorativa diverrebbe oggettivamente inesigibile”. Una necessità, per una aziende che segue attualmente 150 coppie con altre 320 in attesa.
“Quest’azienda – ha spiegato all’Adnkronos Salute Antonio Compostella, Dg dell’azienda Ausl 5 polesana – ha avviato un percorso di crescita dei servizi di procreazione medicalmente assistita, molto richiesti all’interno della rete dei servizi veneti. Per garantirne la funzionalità, l’eccellenza e la precisione, dopo attenta valutazione della norma dal punto di vista dell’applicazione giuridico amministrativa, abbiamo ritenuto di inserire nel bando questo criterio per dare ai nostri utenti risposte concrete e un percorso funzionale e continuativo. In queste particolari procedure, infatti, la presenza del biologo, i tempi, le modalità e la sicurezza sono elementi fondamentali”.
Sulla vicenda ha preso posizione anche il Governatore della Regione, Luca Zaia. “Abbiamo fatto la nostra scelta e non torniamo indietro”, ha affermato Zaia, spiegando che la Regione Veneto ha deciso da tempo di agevolare la procreazione assistita, al punto da garantirla anche alle cinquantenni purché scientificamente dichiarate fertili. “Per praticare una fecondazione – ha aggiunto il Governatore – servono dei biologi e se si vuol essere assunti per fare quel servizio l’obiezione è un controsenso. Stiamo parlando di un servizio inserito con accordo unanime nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza. Trovo singolare che si obbietti sul concepimento e che addirittura si polemizzi sul fatto che una struttura sanitaria faccia il possibile, rispettando leggi e regole, per garantirlo”.

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