Il ricorso al privato aiuterebbe a migliorare i servizi a favore dei cittadini decongestionando le strutture pubbliche

Nei giorni scorsi l’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) ha presentato a Roma il Rapporto annuale ‘Ospedali & Salute 2016′ evidenziando una situazione di sostanziale ‘deflazione’ del nostro Sistema sanitario, caratterizzata da scarsi finanziamenti, servizi inadeguati e incapacità di generare risorse da impiegare per migliorare l’efficienza.
Nell’occasione l’Associazione ha lanciato la proposta di un maggiore impegno del privato per far fronte alle difficoltà che caratterizzano il funzionamento delle strutture pubbliche a livello regionale e, in particolare, per decongestionare i Pronto soccorso e prevenire casi limite come quello che si è verificato a Nola coni medici costretti a fornire assistenza ai pazienti per terra, per via della mancanza di barelle e posti letto.
“L’emergenza – ha sottolineato il presidente dell’Aiop, Gabriele Pelissero – non si può risolvere con provvedimenti di emergenza. Bisogna programmarli: la rete dei pronto soccorso ospedalieri va ripensata nella sua organizzazione. E i privati possono entrare a farne parte”.
Pelissero ha messo in luce come nelle Regioni in cui c’è una maggiore presenza del privato i servizi funzionano molto meglio, riportando l’esempio virtuoso della Lombardia, dove tutti i privati sono inseriti nella rete di urgenza e emergenza, e  evidenziando la presenza di alcune esperienze interessanti anche nel Lazio, in Veneto e nella stessa Campania.
L’idea è stata seguita con attenzione dal presidente della Commissione igiene e sanità del senato, Emilia Grazia De Biasi, che nel merito si è mostrata possibilista, pur rimarcando che aumentare l’offerta ha un costo. “Non si può chiedere al privato – ha affermato De Biasi – di riservare letti e tenerli lì per quando servono. Sono necessarie regole. E’ necessario fare i piani di emergenza urgenza, con una centrale unica regionale. Ci sono molti elementi da valutare, con una grande attenzione”.
 

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