La vicenda risale agli anni Settanta e riguarda un tecnico di radiologia che contrasse una patologia tumorale.

Risale agli anni Settanta la vicenda di un radiologo morto di cancro a Macerata: adesso, il tribunale ha stabilito che Comune e Asur, in quanto datori di lavoro che si sono succeduti nel tempo, dovranno risarcire la famiglia del medico.

Il risarcimento – come riportato da Il Resto del Carlino – è stato fissato in 268.330 euro, oltre agli interessi e alla rivalutazione, spese di processo e Ctu, che faranno lievitare la somma a circa 400mila euro.

L’uomo si era ammalato come conseguenza diretta del proprio lavoro e delle modalità attraverso le quali era chiamato a svolgerlo.

La sentenza, passata in giudicato, ha colto di sorpresa sia il Comune che l’Asur, Area Vasta 3, in quanto entrambi contumaci.

Né il Comune né l’Asur si erano costituiti in giudizio e adesso dovranno sborsare un maxi risarcimento che inciderà non poco sul loro bilancio.

La vicenda

Negli anni Settanta, il medico radiologo aveva contratto il tumore. In un primo momento, c’era stata la richiesta del riconoscimento della malattia professionale. Successivamente, i familiari in sede civile, nel 2010, con un apposito ricorso hanno chiesto il risarcimento del danno.

In questo frangente sono stati chiamati in causa il Comune di Macerata, l’ente ospedaliero di Macerata, la Regione Marche gestione liquidatoria Usl 15, la gestione liquidatoria ex Usl 15, l’Asur zona territoriale 9 in persona del direttore di zona e l’Asur in persona del direttore generale. Il tutto proprio perché potesse essere accertata “la responsabilità degli enti suddetti nella causazione della malattia e conseguente morte del congiunto quale conseguenza diretta delle sue mansioni lavorative e delle modalità attraverso le quali le stesse erano state svolte, e per effetto condannare gli stessi al risarcimento dei danni subìti”.

La richiesta di risarcimento della famiglia si basava sul fatto che il radiologo morto di cancro aveva sempre lavorato in condizioni di rischio per la propria salute.

Infatti, secondo il tribunale, c’è stata correlazione diretta tra il lavoro e l’insorgenza della patologia.

Il fatto che oltre all’Asur sia stato condannato anche il Comune è dovuto alla diversa organizzazione della sanità di qualche decennio fa.

Infatti all’epoca l’ospedale faceva capo al Comune. Comune che avrebbe dovuto essere a conoscenza della questione e, di conseguenza, a suo tempo costituirsi. Ma che, invece, è stato colto di sorpresa.

Tuttavia, il Comune ha deciso di affidare l’incarico all’avvocato Carlo Buongarzone, per “effettuare le dovute verifiche e approfondimenti in ordine alla regolarità procedurale del giudizio”.

Ma sembra comunque piuttosto improbabile che qualcosa si possa fare, dal momento che la sentenza è passata in giudicato.

 

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