Il 51esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese evidenzia anche un costante incremento della spesa sanitaria privata.

Esiste una nuova centralità della prevenzione nella cultura della salute degli italiani, certificata da opinioni e comportamenti di massa. E’ quanto emerge dal 51° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2017, presentato ieri a Roma.
Il capitolo relativo al “sistema di welfare” evidenzia com nel periodo 2006-2016 i fumatori siano diminuiti dal 22,7% al 19,8% e i sedentari assoluti dal 41,1% al 39,2%. Nel periodo 2005-2015 cresce dal 64,9% all’84% la quota di donne di 25-69 anni che hanno fatto il pap test, dal 58,6% all’86,4% la quota di donne di 45 anni e oltre che hanno fatto la mammografia.
In controtendenza, invece, la pratica della vaccinazione. Si riduce, infatti, l’incremento delle coperture vaccinali. Tra gli adulti la copertura antinfluenzale passa dal 19,6% del 2009-2010 al 15,1% del 2016-2017. Tra i bambini l’antipolio passa dal 96,6% del 2000 al 93,3% del 2016, mentre la copertura per l’epatite B scende dal 94,1% al 93%.
L’indagine rileva come il 36,2% dei cittadini sia favorevole solo alle vaccinazioni coperte dal Servizio sanitario nazionale. Il 31,2% si fida sempre e comunque delle vaccinazioni, il 28,6% è dubbioso e decide di volta in volta consultando pediatra o medico.

Rapporto Censis: continua a crescere la spesa sanitaria privata in capo alle famiglie

Nel 2016 gli italiani hanno speso su questo fronte 33,9 miliardi di euro (+1,9% rispetto al 2012). Tra i fattori di tale incremento figura la lunghezza delle liste di attesa nel settore pubblico Nel 2014-2017si rilevano +60 giorni di attesa per una mammografia, +8 giorni per visite cardiologiche, +6 giorni per una colonscopia e stesso incremento per una risonanza magnetica.
Un’altra disfunzione in evidente peggioramento è la territorialità della qualità dell’offerta. Circa il 64% dei cittadini è soddisfatto del servizio sanitario della propria regione. Tale quota scende però al 46,6% nel Sud. Durante l’ultimo anno il servizio sanitario della propria regione è peggiorato secondo il 30,5% degli italiani, quota che sale nel Sud al 38,1% e al Centro al 32,6%.

Rapporto Censis: la non autosufficienza si conferma un’emergenza permanente

Nel 2016 le persone non autosufficienti sono 3.378.000 (l’8% della popolazione, con quote pari al 7% nel Sud, al 5,8% al Centro, al 5,5% al Nord-Est e al 4,7% al Nord-Ovest). L’80,8% ha oltre 65 anni di età. Secondo le stime nel 2031 le persone non autosufficienti saranno 4.666.000 e l’area più a rischio è il Sud, con un incremento previsto del 10,5%.
I dati dell’assistenza domiciliare documentano una rete ancora insufficiente e la residenzialità continua a essere una sorta di cenerentola dell’assistenza, con 273.000 ospiti. E nell’ultimo anno le famiglie con persone non autosufficienti hanno sperimentato maggiori difficoltà nel sostenere le spese sanitarie (il 51% rispetto al 31,5% del resto delle famiglie). Né trovano consenso tra gli italiani soluzioni come fornire l’assistenza ai non autosufficienti con i robot (il 73% degli over 75 anni è assolutamente contrario).
 
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