L’iniziativa lanciata alla Camera da Fratelli d’Italia mira a punire banche, finanziarie e aziende che applichino condotte aggressive e persecutorie nei confronti dei debitori

Una proposta volta a “estendere il reato di stalking alle condotte persecutorie e aggressive che vengono messe in atto nei confronti dei cittadini dalle società di recupero crediti che lavorano per conto di banche, società finanziarie e grandi aziende”.

Così il leader del partito Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha presentato nei giorni scorsi a Montecitorio la proposta di legge, di cui è firmataria assieme a tutto il suo gruppo parlamentare, per l’introduzione del reato di stalking bancario.

Il testo, dal titolo “Modifica all’articolo 612-bis del codice penale concernente il reato di atti persecutori commesso nell’esercizio di attività di recupero di crediti”, mira a punire con una aggravante rispetto alla pena prevista per attività persecutorie, istituti bancari, società finanziarie, filiali di recupero crediti e qualsiasi altro soggetto giuridico preposto qualora l’attività esuli o travalichi “quanto previsto dalla legge”, nonché “le norme del codice di procedura civile”.

Ad esempio, tra le pratiche “scorrette” passibili di sanzione rientrano le chiamate telefoniche a qualsiasi orario del giorno e della notte, le intimazioni “fittizie” e le pressioni di ogni genere volte a indurre i debitori a regolarizzare la propria posizione e saldare quanto dovuto.

La presentazione della proposta di legge ha visto anche la partecipazione e la testimonianza della moglie di un uomo, debitore di una cifra pari a 40mila euro, che non reggendo la pressione degli agenti di recupero crediti ha finito per togliersi la vita.

L’intento della legge, per Fratelli d’Italia, sarebbe proprio quello di evitare che tragedie simili si possano ripetere  e che altre famiglie possano subire simili lutti in quanto se è vero che i debiti vanno pagati è altrettanto vero che occorre “una riscossione più umana e più etica”.

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