Onotri: il 52 % dei medici emigrati in Europa è italiano. Le retribuzioni basse in Italia determinano la fuga dal pubblico verso il privato

“Le retribuzioni basse non riguardano solo il personale medico straniero ma anche i medici italiani del nostro Paese, che sono i più sottopagati in Europa”. Così il segretario generale del Sindacato Medici Italiani, Pina Onotri, commentando i dati pubblicati dall’ AMSI. L’Associazione Medici di origine Straniera in Italia ha infatti riportato le segnalazioni di diversi medici in servizio presso strutture sanitarie private che riferiscono di essere sottopagati rispetto ai minimi contrattuali.
“Le basse retribuzioni in Italia – prosegue Onotri –  determinano la fuga dal pubblico verso il privato dei soggetti più meritevoli. Il 52 % dei medici emigrati in Europa è italiano. Per questo, il prossimo contratto del comparto medico dovrà vedere da parte dello Stato, delle Regioni e delle Aziende Sanitarie una destinazione di risorse certe, tali da recuperare il gap delle retribuzioni, che sono ferme da più di dieci anni, in modo scandaloso”.

Secondo la rappresentante dello SMI, per contrastare l’impiego nel nostro Paese di professionisti medici stranieri, molto spesso sottopagati, vanno sbloccate le assunzioni. Vanno inoltre intraprese misure per il ricambio generazionale per tutte le specializzazioni mediche.

“Occorre superare l’attutale l’imbuto formativo, con un concorso nazionale unico per specializzazione e formazione in MG”. Una prova “che tenga conto dei reali fabbisogni di salute del Paese”. Il riferimento è alla trasformazione del corso di formazione in specializzazione con equiparazione delle relative borse di studio. Una graduatoria unica nazionale, dunque, che permetta una migrazione interna al Paese.
“Per sopperire alla carenza di medici, bloccare l’esodo all’estero dei nostri medici –conclude Onotri – occorre fermare gli attacchi contro l’unicità e l’universalità del Servizio Sanitario Nazionale e togliere dall’agenda politica il regionalismo differenziato, che rappresenta un vero e proprio de profundis per il diritto alla salute nel nostro paese”.
 
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