Esistono dei sintomi specifici che consentono di riconoscere l’ictus e agire in tempo per prevenirlo o quanto meno limitarne i danni

L’ictus causa 6,7 milioni di decessi all’anno in tutto il mondo e rappresenta il 12% di tutte le cause di morte a livello globale.
In realtà colpisce oltre 15 milioni di persone e chi sopravvive riporta molto spesso delle conseguenze che cambieranno la qualità della sua vita e dei suoi familiari.
L’ictus è infatti un danno cerebrale che accade quando all’improvviso si interrompe l’afflusso di sangue a causa di un’ostruzione dell’arteria (ictus ischemico) o più raramente la sua rottura (ictus emorragico). In mancanza di un intervento immediato i neuroni iniziano a morire.
Nel 90% dei casi però risulta essere prevenibile. Nonostante esistano varie forme di ictus tra cui alcune immediatamente fatali come quello emorragico difficile da bloccare sono le tre ore che seguono i primissimi sintomi a essere fondamentali. Recarsi immediatamente in ospedale può significare non solo salvarsi la vita ma ridurre al minimo le conseguenze di un evento così traumatico per il cervello.
Secondo una ricerca americana molti, soprattutto i giovani, danno poca importanza ai primi sintomi e rinviano la richiesta di soccorso quando la situazione è già compromessa.
Ma secondo una ricerca americana molte persone giovani rischiano di dare poco peso ai primi sintomi e di rinviare la richiesta di soccorso a quando la situazione è più grave.
È bene dunque fare attenzione a sintomi che compaiono improvvisamente come debolezza, intorpidimento di faccia, gambe o braccia soprattutto di un lato del corpo; confusione e difficoltà nella parola e comprensione; problemi alla vista; vertigini, perdita di equilibrio e coordinazione e infine forti mal di testa che non hanno una vera causa.
Tra i fattori di rischio modificabili spiccano il fumo, l’assunzione di alcolici, la sedentarietà e l’assunzione di cibi grassi e salati. Maggiore attenzione per quanto riguarda i fattori non modificabili dovrebbero prestarla gli ipertesi, i diabetici e chi ha il colesterolo alto.
Sul fronte della prevenzione primaria dell’ictus le nuove linee guida americane dicono che un corretto stile di vita rappresenta il “farmaco” più potente.
 
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