Nel corso del congresso delle Camere civili, il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha annunciato una riforma del processo civile. Obiettivi: accorciare i tempi e tagliare i costi.

Il ministro della giustizia Alfonso Bonafede, nel corso del congresso della Camere civili, ha illustrato la prossima riforma del processo civile che comporta alcune importanti novità.

Queste investiranno non solo il diritto civile, ma anche il diritto fallimentare e penale.

Vediamole insieme.

In ambito civile, Bonafede ha dichiarato che la riforma del processo civile si pone questi obiettivi.

In primis, la abolizione della mediazione per le materie in cui, statisticamente, l’istituto si è rivelato completamente inutile.

Tale decisione era già stata assunta per i sinistri stradali per i quali l’obbligatorietà della mediazione è stata abolita dal c.d. Decreto del fare – D.L. 69/2013.

In secondo luogo, si vorrebbe snellire il processo civile, per combattere quel fenomeno secondo cui, dinanzi a un sopruso, il cittadino è restio a ricorrere alla giustizia civile a causa della sfiducia generale nei tribunali, dovuta ai tempi biblici per i procedimenti.

Bonafede ha poi aggiunto che tra gli obiettivi della riforma del processo civile c’è quello di semplificare il sistema della molteplicità dei riti e abolire l’atto di citazione per sostituirlo con il ricorso. Altro punto importante è l’inserimento del ruolo dell’avvocato in Costituzione.

Infine, ha specificato di voler promuovere la class action. Come?

Introducendo nel codice di procedura civile un’azione modellata come quella del codice dei consumi, ma estesa anche agli imprenditori.

Il programma della riforma del processo civile sarà pubblicato sul sito del ministero entro le prossime due settimane, al fine di consentire a cittadini ed enti di valutarlo, inviare proposte, e stimolare un confronto tra varie parti sociali.

“Non possiamo più permetterci un sistema – ha dichiarato il ministro Bonafede – in cui un avvocato per studiare una causa deve guardare leggi, commi, postille, commi che rimandano ad altri commi ecc.”

Quindi, ha concluso il Guardasigilli, “leggi semplici e lineari, che possano essere comprese da addetti ai lavori e non”.

 

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