La titolare del dicastero della Salute interviene sui commenti alla riforma del Pronto soccorso con le nuove linee guida e l’introduzione dei nuovi codici di priorità

“Sulle nuove linee guida del pronto soccorso e sull’introduzione dei nuovi codici di priorità penso sia opportuno fare alcune importanti precisazioni”. Così il Ministro della Salute Giulia Grillo su alcuni commenti che, relativamente alla riforma del Pronto soccorso, sottolineano la necessità di assumere personale per diminuire i tempi d’attesa nei pronto soccorso.

“Esatto – sottolinea Grillo -, ma è proprio per questo che prima di cambiare i codici di priorità ho già:

1) sbloccato le assunzioni e dato la possibilità alle Regioni di stabilizzare il personale precario;
2) rinnovato il contratto dei medici dopo 10 anni, con un aumento di 200 euro lordi mensili;
3) aumentato le borse di specializzazione fino a 8000, più che raddoppiando gli incrementi già adottati negli anni precedenti;
4) rimosso l’incompatibilità fra la frequenza al corso di medicina generale e l’attività lavorativa;
5) dato la possibilità di assumere gli specializzandi all’ultimo anno;
6) Incrementato senza precedenti del numero dei posti per la formazione specifica in medicina generale”.

“Adesso però – aggiunge la titolare del dicastero di Lungotevere Ripa – sono le Regioni che devono materialmente assumere il personale, io posso arrivare fino ad un certo punto. Pochi sanno che in sanità l’autonomia c’è già ed è molto ampia. Il risultato è che non possiamo fare come ad esempio nella scuola, in cui, quando si decide di assumere i docenti, con un provvedimento del ministro partono i concorsi”.

Nella sanità – ricorda Grillo –  il ministro ha il compito di eliminare i vincoli e stanziare le risorse economiche, devono essere poi le Regioni a decidere chi assumere e in quali posizioni. “Lo so che tutti pensano che le assunzioni siano una prerogativa diretta del ministro della Salute, purtroppo non è così. Magari potessi farlo autonomamente, l’avrei già fatto da un pezzo… Questi sono i fatti – conclude – il resto è facile sarcasmo, servirebbe conoscere prima di ‘sparlare’”.

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