In una lettera inviata al Ministro della Salute, Anaao Giovani sottolinea la necessità di una riforma della formazione con una rivisitazione profonda del sistema post laurea

“Una grave carenza di medici specialisti e di medici di medicina generale, conseguenza di una errata programmazione poliennale che ha creato un pericoloso ‘imbuto formativo’”. Parte da questo dato la lettera indirizzata dai giovani medici dell’Anaao al Ministro della Salute per sollecitare una riforma della formazione. I giovani medici chiedono, in particolare, l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per la rivedere la formazione medica pre e post-lauream. L’obiettivo è quello di creare insieme con tutti gli attori interessati un sistema più efficiente per tutelare la salute dei cittadini.

Circa la metà dei giovani che si laureano in Medicina ogni anno non hanno infatti sbocchi formativi e lavorativi. Ciò a causa del crescente divario tra numero di medici laureati in medicina e chirurgia e numero di medici che continuano il percorso di formazione post-lauream. Il tutto, sottolinea Anaao Giovani, “con una bomba sociale e professionale pronta ad esplodere tra due anni”. Entro tale termine giungeranno alla laurea i vincitori del concorso nazionale di ammissione del biennio 2013-2015. Con loro anche i vincitori di un ricorso che, negli stessi anni, in numero di 31000, sono stati immatricolati per decisione del TAR.

Da anni il numero dei contratti di formazioni specialistica finanziati dallo Stato non riesce a coprire il reale fabbisogno annuale di medici del nostro SSN.

Di conseguenza, evidenzia Anaao, la massiccia ondata di pensionamenti che si verificheranno nei prossimi anni non potrà essere sostituita con un adeguato ricambio professionale.

I Giovani medici, oltre al numero dei contratti insufficiente, sottolineano poi altre criticità. Tra queste le modalità del concorso di specializzazione, con assenza di adeguati scorrimenti e partecipazione di medici non ancora abilitati al momento della prova.

Per l’Associazione occorre, quindi, una riforma della formazione con una rivisitazione profonda del sistema post–laurea, a partire da un miglioramento dei test di accesso alle scuole di specializzazione. Occorre poi consentire l’ingresso del giovane medico negli ospedali già all’inizio o durante il percorso di specializzazione: sia attraverso la creazione dei teaching hospital, sia attraverso la possibilità di veri e propri contratti di formazione-lavoro a tempo determinato. Questi ultimi favorirebbero l’acquisizione anche dei diritti assistenziali e previdenziali oggi negati.

“Siamo certi – prosegue la nota –  che, nel tradurre in concreto gli obiettivi delle linee programmatiche del nuovo Governo, il Ministro della Salute rivolgerà la necessaria attenzione ai problemi dei giovani medici, adeguando il numero dei Medici ammessi a completare il percorso formativo al reale fabbisogno del SSN, permettendo così il ricambio generazionale e offrendo reali prospettive di lavoro ai giovani medici, superando la ingiustizia di un ‘precariato stabile’”.

 

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