Per la titolare del dicastero di Lungotevere Ripa servono riforme strutturali per riportare il nostro Ssn a livelli superiori

“Vogliamo riportare la meritocrazia nella sanità e mettere in cantiere riforme strutturali che riportino il Servizio sanitario nazionale ad un livello superiore. Dopo 30 anni di immobilismo e cattive riforme, non è facile, ma ci stiamo mettendo tutto l’impegno possibile e presto si vedranno i primi risultati. Alla sanità non bisogna tagliare fondi, ma i dirigenti nominati dalla politica, è nel contratto e lo faremo”.

Così il Ministro della Salute, Giulia Grillo, in un intervento sul blog delle stelle. Grillo evidenzia le iniziative in cantiere per fronteggiare, in particolare, il tema della carenza dei medici. Un problema “ereditato da anni di disattenzione dei precedenti governi e da un’errata programmazione”.

Il Ministro annuncia norme per sbloccare le assunzioni, superare il numero chiuso in Medicina e “mandare via i dirigenti politicizzati”. “In tantissime aree del Paese – sottolinea – per alcune discipline medico specialistiche i concorsi vanno deserti”. Questo perché per accedere al nostro Ssn “è previsto che un medico debba avere per forza una formazione dopo la laurea e l’esame di stato”. “Peccato però – aggiunge Grillo – che si sono fatti male i conti e non hanno formato sufficiente numero di specialisti e medici di medicina generale”.

Per non arrivare al blocco o all’interruzione dei servizi, secondo il Ministro, occorre dunque riformare in maniera strutturale il sistema di formazione e di accesso. Ma serve tempo.

Per tamponare la situazione, si sta lavorando a una misura urgente che consenta di partecipare ai pubblici concorsi ai medici che hanno maturato un’adeguata esperienza nell’area dell’emergenza, seppur con contratti precari e senza specializzazione. “Non vogliamo che chi ha salvato fino ad ora il sistema rimanga fuori per norme inadatte – afferma Grillo -. Questa è la filosofia dello #sbloccaconcorsi per dare più peso alla reale competenza che alla carta. A volte se i migliori cervelli fuggono all’estero, è anche colpa nostra. E io non voglio più che accada!”

Il Ministro della Salute si sofferma poi sulla questione della formazione del personale medico, sia pre-laurea che post. “Rivedremo le modalità di selezione, ad esempio prendendo spunto dal modello francese che prevede libero accesso al primo anno e sbarramenti successivi”. Per quanto riguarda il post laurea invece, è allo studio una soluzione che si basa sul calcolo delle reali necessità del sistema. L’obiettivo è evitare carenze e fughe dei nostri giovani in altri Paesi.

Un altro nodo da sciogliere, tra le altre riforme strutturali, è quello dell’incompatibilità che non consente a un medico di famiglia in formazione di svolgere altre mansioni. “A 28 anni, dopo anni di studio intenso, con 800 euro al mese non si può pensare al futuro”. “La mia ristrutturazione del Servizio sanitario nazionale continua – conclude il Ministro -, e come dico sempre, siamo solo all’inizio”.

 

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