Il sindacato degli Anestesisti Rianimatori chiede chiarezza sulle questioni economiche e normative relative al rinnovo contrattuale 2016-2018

Continua lo stato di agitazione dei sindacati di area medica, che dopo lo sciopero dello scorso dicembre, minacciano di incrociare nuovamente le braccia a febbraio. Il perno della protesta è rappresentato dalle risorse economiche previste per il rinnovo contrattuale del triennio 2016-2018. Per certificare la reale entità di tali risorse, l’AAROI-EMAC, in linea con le altre OO.SS. ha chiesto un primo incontro alla parte datoriale, ovvero ARAN e Regioni.

L’Associazione degli Anestesisti Rianimatori chiede chiarezza, nello specifico, su due grandi questioni: quella economica, che deve certamente essere decorosa, e quella normativa. Questo secondo aspetto, sottolinea il sindacato, è altrettanto importante. Sono da risolvere, infatti, “gli innumerevoli problemi che la demolizione sistematica di interi capitoli del contratto vigente ha creato nelle trattative periferiche, regionali e aziendali”.

L’AAROI-EMAC invita pertanto il Governo uscente “a far rendere noti al più presto i dettami di un atto di indirizzo che rischia di essere inaccettabile”.

La sigla sindacale chiede inoltre con forza la convocazione in ARAN non appena l’Agenzia sarà nella possibilità di intraprendere questo difficile percorso.

La mobilitazione, dunque, non si ferma. Non si esclude neppure la messa in mora di Stato e Regioni. A questi viene imputato di non aver rispettato la Sentenza della Corte Costituzionale che nel 2015 ha dichiarato illegittimo il blocco contrattuale. In  tutti gli Ospedali, l’Associazione proclama che continuerà a mettere in atto le più capillari azioni di contrasto agli orari di lavoro che i medici subiscono dalle Amministrazioni.

“Inizia una stagione difficile – si legge in una nota – al sostegno della quale saranno al momento opportuno chiamati tutti i nostri Colleghi”. Il rinnovo contrattuale rappresenta per l’AAROI-EMAC il principale obiettivo del 2018. “E’ bene che i nostri interlocutori politici se lo ricordino – sottolinea il sindacato -. Il prossimo 4 marzo saranno anch’essi, come cittadini, chiamati a scegliere con il loro voto il prossimo Governo”.

 

 

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