Cinque casi in sette giorni. Da Natale al primo gennaio 2016, hanno perso la vita cinque mamme durante il parto. Succede negli ospedali del nord Italia e non in un villaggio del Terzo Mondo. Ancora oggi, purtroppo, il drammatico epilogo sembra difficile da evitare.

L’ultimo in ordine di tempo è il caso di Giovanna Lazzari, 30 anni, commessa, già mamma di due bambini, morta il 31 dicembre all’ottavo mese di gravidanza all’ospedale di Brescia. Si è presentata al pronto soccorso la sera prima accusando febbre alta e gastroenterite ma le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate la mattina dopo tanto da spingere i medici a procedere ad un cesareo. Il feto però era già morto e la giovane, trasferita in rianimazione, è deceduta poche ore più tardi. La procura locale ha aperto un’inchiesta.

Anna Massignan, 34enne, medico di base di Meledo di Serego è morta nell’Ospedale di San Bonifacio, in provincia di Verona, dopo una caduta in casa il 23 dicembre. Dopo il ricovero e le tempestive dimissioni, le sue condizioni di salute si sono aggravate e quindi un nuovo ricovero. Sottoposta a un parto cesareo d’urgenza, è morta sotto i ferri, mentre il neonato è deceduto successivamente in un altro ospedale.

Nella notte del 26 dicembre è morta per arresto cardiocircolatorio in sala parto all’Ospedale Sant’Anna di Torino, Angela Nesta, di 39 anni, incinta al nono mese di una bimba. Poco prima aveva dato alla luce la sua primogenita, nata morta. Secondo l’ospedale che ha ricevuto gli ispettori ministeriali, si è trattato di una “complicanza rarissima e imprevedibile” escludendo possibili errori da parte del personale medico.

Marta Lazzarin, una blogger di 35 anni è arrivata il 29 dicembre all’Ospedale di Bassano del Grappa con febbre alta, dolori addominali, il sacco amniotico perforato e il feto già morto, probabilmente da un paio di giorni. La giovane madre è entrata in coma dopo un arresto cardiocircolatorio durante il travaglio per espellere il feto. Inutili i tentativi di rianimarla. A Foggia lo stesso giorno, una giovane mamma muore in casa, i medici riescono a far nascere la bambina con un parto cesareo post mortem. La madre è morta all’alba del 29 dicembre per cause ancora da accertare, la neonata sta bene.

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Cinque casi in meno di una settimana? si può parlare di tragica fatalità? Serena Donati, responsabile del Sistema sorveglianza mortalità materna dell’Istituto superiore di sanità (Iss) ha riferito all’Ansa che «ogni anno in Italia muoiono di parto circa 50 donne, un dato medio-basso se confrontato con altri Paesi europei, non è quindi il caso di fare allarmismi. Siamo in media con Regno Unito e Francia: un tasso di mortalità materna pari  a 10 morti su 100.00 nati vivi».

«Relativamente ai decessi registrati- continua Donati – attraverso il sistema di sorveglianza attiva, i dati disponibili sono quelli relativi a 6 regioni (Sicilia, Campania, Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Piemonte), dove, nel 2013 e 2014, sono stati contati 39 morti per complicazioni ostetriche. L’emorragia post partum è la prima causa e copre il 52% dei decessi. La seconda, con il 19%, sono i disordini ipertensivi di gravidanza, seguono le tromboembolie che rappresentano il 10%».

Ci sono inoltre 4 casi di puerpere morte a causa dell’influenza. Tra i fattori di rischio, secondo l’esperta «l’aumento dell’età materna, le condizioni di deprivazione sociale e il basso livello di istruzione, così come l’utilizzo del taglio cesareo laddove non necessario». Cinque casi in meno di una settimana, a ridosso delle festività, tra Natale e Capodanno, quando si sa, molti sono in vacanza.

La ministra Lorenzin, infatti, ha inviato una task force a Brescia, Bassano del Grappa e a San Bonifacio- Verona per verificare eventuali errori nelle procedure eseguite e accertare se a determinare i decessi abbiano contribuito difetti organizzativi e se siano state rispettate tutte le procedure previste a garanzia della qualità e sicurezza delle cure.

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