Scatta l’emergenza per due casi di scabbia in ospedale. Vittime del contagio sono stati un infermiere e una paziente. Attivata bonifica del reparto

Due casi di scabbia in ospedale, uno ai danni di una paziente e l’altro a carico di un infermiere, sono stati riscontrati nel reparto di lungodegenza dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo.

A comunicare la notizia con una nota è stata proprio l’Ulss 5.

“Lo scorso 23 gennaio – spiega l’ospedale -, è stata diagnosticata una forma di scabbia in una una paziente ricoverata da 14 giorni”.

“Immediatamente – si legge – sono state attivate tutte le misure preventive e di controllo previste dal protocollo aziendale vigente che comportano l’isolamento tempestivo del paziente interessato dall’infestazione e l’avvio della sorveglianza sanitaria a tutti i pazienti e operatori che sono venuti a contatto con il caso”.

Purtroppo, qualche giorno dopo, è stato riscontrato un secondo caso di scabbia in ospedale. Quest’ultimo, stavolta, a danno di un infermiere.

L’episodio ha fatto scattare un ulteriore intervento per il contrasto alla diffusione dell’infestazione.

“Questo secondo step – prosegue la nota – prevede l’effettuazione di un trattamento di profilassi a tutto il personale del reparto di Lungodegenza di Rovigo, sia operatori della Lungodegenza che Consulenti di altre Strutture, venuti a contatto con il caso nei periodi precedenti”.

Gli interventi di profilassi sono stati rivolti a tutti i degenti ricoverati nel reparto.

Questi hanno previsto, oltre ai controlli dermatologici dei pazienti, un intervento di radicale bonifica ambientale.

Come da prassi, la bonifica è stata effettuata attraverso il cambio di tutta la biancheria dei letti del reparto, per la completa interruzione della eventuale catena di trasmissione dell’infestazione cutanea”.

Il direttore generale della Ulss 5 ha infine precisato che la diagnosi precoce dei casi e la tempestività degli interventi sono stati possibili grazie alla costante collaborazione tra il personale.

Una collaborazione “che consente la precoce applicazione dei protocolli di prevenzione attraverso un grande impegno di tutte le risorse coinvolte nelle diverse fasi della assistenza”.

Il tutto, a tutela dei pazienti degenti presso le strutture e degli operatori impegnati.

 

 

 

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