Su Responsabile Civile, l’allarme del Moige per la nuova sfida social. Il Movimento Italiano Genitori mette in guardia dall’eccessiva esposizione dei minori su Facebook

Su Facebook in questi giorni è partita una nuova “sfida social” rivolta alle donne che – con il meccanismo della nomination (come per la “Ice Bucket Challenge”) – sono invitate a postare foto che dimostrino la gioia e la bellezza di essere mamme. Spesso, questo si traduce in immagini dei propri figli, anche neonati o minori.

Per capire meglio quali sono i rischi a cui, spesso inconsciamente, esponiamo i nostri figli, soprattutto sui social network, Responsabile Civile ha chiesto il parere del Moige (Movimento italiano genitori), un’organizzazione che agisce per la protezione e la sicurezza dei bambini.

La polizia postale ha sottolineato i rischi della condivisione delle immagini su FB e ha invitato le mamme a rispettare i propri bimbi. Un allarme condivisibile, ma spesso preso sottogamba dai genitori…
Il fascino impietoso e seduttivo di Internet ha conquistato i giovani ma anche gli adulti; sempre più oggi tendiamo a spettacolarizzare ciò che riservato privato, talvolta esageratamente, coinvolgendo, taggando persone e minori ignari che magari non sarebbero nemmeno d’accordo. In alcuni casi i social diventano un palcoscenico infinito, anonimo ma ricco di significati, in cui si modifica il modo in cui ognuno percepisce se stesso e gli altri e più ancora ci si mostra al meglio anche se bene davvero non stiamo, con l’intento di valorizzare attraverso una condivisione virtuale, il nostro ego. Il compiacimento mediatico ci porta ad illuderci di sentirci al centro dell’attenzione. Attenzione dunque ad una forma non patologica ma ingombrante di narcisismo, alle conseguenti condotte esibizionistiche ed egocentriche che rendono schiavi di un’immagine di sé grandiosa, perfetta e vincente e del bisogno di conferma della nostra popolarità e/o capacità.

Quanto è importante per la sicurezza dei minori, l’attenzione e il controllo da parte dei genitori? E che ruolo gioca, in questo l’informazione e la conoscenza dei rischi?
Il coinvolgimento emotivo nell’utilizzo delle tecnologie è formidabile, spesso il terreno fertile per alcuni rischi tra cui l’esposizione a contenuti violenti e non adatti ai più piccoli;informazioni ingannevoli, il rischio di molestie o maltrattamenti da coetanei (cyber-bullismo); l’uso eccessivo di Internet/cellulare (dipendenza). L’aspetto emotivo rappresenta un’area sensibile ed in un’ ottica di prevenzione, rappresenta il motivo per cui la ricerca in questione tenta di intervenire individuando i cosiddetti fattori di rischio. Internet può sembrare un paradiso artificiale, una scorciatoia, una via di fuga, di compensazione, talvolta anche un teatro ove sperimentarsi, apprendere aspetti del nostro modo di essere, di esistere al mondo. La relazione off line è certamente più impegnativa, spesso rischiosa, noiosa, scopre fragilità e limiti. La sfida più grande oggi, è creare un’alternativa allettante al richiamo fascinoso delle tecnologie: la narrazione autentica di sè, della propria storia, delle proprie vittorie e sconfitte è sicuramente un percorso che va tenuto in considerazione per permettere un incontro tra persone diverse anche di generazioni diverse.

Quali sono i pericoli più grandi che possono incontrare i nostri figli sul web?
Ogni anno sempre più bambini si collegano a Internet. La maggior parte dei genitori è perfettamente consapevole che online è possibile imbattersi in siti pericolosi. Nonostante questo non tutti sanno però quali sono le categorie di questo tipo di siti che i bambini visitano maggiormente e quanto spesso. Internet, oltre ad offrire innumerevoli siti in cui è possibile accedere a contenuti indesiderati, porta con sé altri pericoli non meno dannosi per i bambini, per esempio, il cyber- bullismo e il cyber-trolling. Gli aggressori possono sfruttare tutti i possibili canali di interazione online – tra cui i social network, i forum, le chat e i servizi di messaggistica – che se usati insieme possono causare alle vittime un notevole stress psicologico.

Quali le misure più semplici per difenderli?
La lotta contro il cyber-trolling non è così semplice e neppure il Parental Control riesce a tenerlo del tutto sotto controllo. Bisogna sempre tenere conto del fatto che i bambini non sono in grado di far fronte a possibili aggressori da soli, pertanto i genitori hanno un ruolo importante di supervisione ed accompagnamento, nella navigazione in rete. Prima parola d’ordine è informazione: il Moige propone programmi di istruzione, sensibilizzazione ed informazione all’uso corretto dei mezzi tecnologici, con l’intento di creare e rafforzare un dialogo tra adulti che abbiano coraggio e desiderio di accompagnare la crescita educativa, psicologica e pedagogica dei nativi digitali. Parte per questo il.progetto Per un web sicuro promosso con la Polizia di Stato e in collaborazione con Trend Micro Cisco Helwett Packardbell e Anssaif. Seconda parola d’ordine è dare l’esempio e navigare per primi correttamente. Terza parola d’ordine non sottovalutare né svalutare: Internet è il luogo preferito dai nostri figli, proibire non serve, al tempo stesso però per educare bisogna conoscere che il loro modo di sapere navigare senza paura ci renda audaci a conoscere tutte le potenzialità che tali mezzi offrono, a patto di governare prima noi stessi!

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