Dopo l’incidente che la scorsa settimana ha coinvolto 7 bambini (tutti illesi) nel veronese, l’Associazione sottolinea come la normativa preveda l’obbligo delle cinture solo per i pulmini immatricolati dopo la sua entrata in vigore

Poteva essere una tragedia; per fortuna rimane solo un grande spavento e un brutto ricordo da cancellare quanto prima. E’ la disavventura di cui sono stati protagonisti venerdì scorso 7 bambini di Sona, in provincia di Verona. Di ritorno a casa dalla scuola primaria di San Giorgio in Salici, il loro scuolabus è finito in una scarpata ribaltandosi mentre percorreva una strada di campagna. I bimbi, di età compresa tra i 7 e i 10 anni, sono rimasti tutti miracolosamente pressoché illesi, salvo riportare delle contusioni non gravi.

Ma a pochi giorni dall’accaduto ci si interroga circa le condizioni di sicurezza che riguardano il trasporto scolastico e, in particolare, la dotazione degli scuolabus delle cinture di sicurezza. Premesso che l’art. 54 del Codice della Strada definisce “scuolabus” quei veicoli che, prescindendo dal numero dei posti, sono destinati al trasporto di studenti e hanno allestimenti particolari in relazione all’uso cui sono destinati, la normativa vigente, stabilisce che “tutti gli occupanti, di età superiore a tre anni, dei veicoli in circolazione adibiti al trasporto di persone con più di 8 posti a sedere oltre il conducente, devono utilizzare, quando sono seduti, i sistemi di sicurezza di cui i veicoli stessi sono provvisti. I bambini devono essere assicurati con sistemi di ritenuta per bambini, eventualmente presenti sui veicoli adibiti al trasporto di persone con più di 8 posti a sedere, oltre il conducente, solo se di tipo omologato”.

L’obbligo tuttavia si riferisce ai veicoli immatricolati dopo l’entrata in vigore della normativa mentre non sussiste per i veicoli di immatricolazione antecedente, come nel caso del pulmino ribaltatosi nel veronese. Al riguardo, in seguito a quanto accaduto a Sona, è intervenuta l’Avisl (Associazione vittime incidenti stradali, sul lavoro e malasanità), che tramite la responsabile per Verona e per il Veneto, Patrizia Pisi, ha lanciato un appello ai genitori degli studenti che fruiscono del servizio di trasporto scolastico pubblico affinché si attivino per chiedere che i loro figli viaggino su pulmini dotati di cinture di sicurezza.

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