Il sistema dei trapianti del nostro Paese si conferma modello di eccellenza anche sotto il profilo dell’innovazione

1672 donatori, liste d’attesa che calano per il rene e programmi innovativi che vengono copiati dagli altri Paesi. Il sistema dei trapianti italiano si conferma un’eccellenza. E’ quanto emerge dai relativi al 2018, presentati dal Centro Nazionale Trapianti del Ministero della Salute.

“Sono dati positivi, perché ‘consolidano’ il salto che è stato fatto nel 2017, e fanno vedere che molte regioni superano i 30 e vanno verso i 40 donatori per milione”. Lo ha sottolineato il direttore del CNT, Alessandro Nanni Costa. “Guardando il trend – ha proseguito – risulta evidente che negli ultimi 15 anni la Rete Trapianti ha avuto una crescita grazie ad una forte componente innovatrice”.

Costa ha quindi evidenziato le diverse innovazioni nell’attività del 2018.

Tra queste, l’inizio del programma per le catene di trapianti di rene tra coppie incompatibili innescata da donatore deceduto; il primo al mondo e che ora viene copiato dagli altri paesi.

L’anno in corso ha poi visto il consolidamento del programma di trapianti da donatori a riceventi Hiv positivi. Sono stati inoltre pubblicati i risultati degli studi sull’effetto dell’attività fisica sui trapiantati, basato su un database unico al mondo.

Secondo i dati presentati la previsione sul numero dei donatori per quest’anno è pari a 1672 persone. La cifra sarebbe leggermente inferiore ai 1714 del 2017 ma sempre molto superiore ai 1480 del 2016. Il numero totale di trapianti da donatore cadavere saranno 3419, di cui 1842 di rene, 1212 di fegato, 227 di cuore, 140 di polmone. Per quanto riguarda la ripartizione territoriale, al sud ci sono meno donatori e le opposizioni, che sono stabili intorno al 30%, sono maggiori.

In netta crescita le dichiarazioni di volontà. I Comuni che danno la possibilità di effettuarla sono stati 5.435 a fronte dei 2.216 del 2017. I cittadini che le hanno sottoscritte hanno superato quota 2,7 mln a fronte dei 900 mila totali registrati l’anno passato.

Infine, per quel che concerne le liste d’attesa, che in totale presentano 8765 pazienti, il sistema ha registrato un calo dei pazienti in quelle per il rene. Per gli altri organi, invece, sono sostanzialmente stabili.

 

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