Tra le ipotesi allo studio per la gestione del sovraffollamento l’introduzione di triage numerici e la definizione dei tempi di attesa

Si insedierà nelle prossime settimane il gruppo di lavoro per lo sviluppo del Piano di gestione del sovraffollamento in Pronto soccorso istituito con decreto ministeriale. Il gruppo di lavoro potrà rivedere e se ritiene integrare i documenti relativi alle nuove indicazioni e alle linee di indirizzo per il Pronto soccorso (Obi e triage). Come sottolinea il Ministero della Salute, si tratta infatti di “documenti predisposti negli anni passati e tuttora in fase di valutazione tecnica”.

La precisazione del Dicastero arriva all’indomani delle notizie trapelate sulla stampa sulle novità operative in vista per il sistema di emergenza urgenza. Tra queste l’introduzione di triage numerici, che articolerebbero meglio quelli attualmente definiti con i colori, permettendo di smistare in maniera più precisa i pazienti.

Il Piano sarebbe frutto di un lavoro portato avanti negli ultimi 7-8 con la partecipazione di tutte le Regioni. Lo ha spiegato nei giorni scorsi all’Adnkronos Salute Danilo Bono, del coordinamento tecnico della Commissione Salute delle Regioni.

L’obiettivo è quello di introdurre una serie di cambiamenti organizzativi.

“A livello operativo – spiega Bono – si introduce un doppio codice per la media gravità. Se oggi abbiamo i codici bianco, verde, giallo e rosso, con le nuove indicazioni si introducono i codici identificati da numeri che vanno da 1 a 5. In questo modo il giallo viene ‘spacchettato’ in due gradi di urgenza: quello che si riferisce al paziente che ha una stabilità e non rischia uno scompenso e quello che si riferisce al paziente più a rischio, il quale andrà monitorato in modo diverso”.

Il nuovo sistema dovrebbe consentire agli operatori di ‘stratificare’ meglio le persone in attesa nei pronto soccorso.
Inoltre, dovrebbero essere definiti meglio i tempi di gestione in pronto soccorso. Ci sarebbe poi un allegato dedicato alle situazioni di ‘iperafflusso’.

“Un pronto soccorso – spiega l’esperto – può avere problemi di tre tipi: arriva troppa gente, ha difficoltà a smistare i pazienti al suo interno, oppure ha difficoltà a farli uscire, mandarli nei reparti e ricoverarli. Il documento precisa meglio la catena di operazioni da mettere in atto per gestire queste situazioni e prevede delle specifiche attivazioni di risorse interne”.

 

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