Ad aggredire le professioniste, con spintoni e calci, una paziente che si era vista negare la prescrizione di uno psicofarmaco in quanto priva di qualsiasi documentazione

Spintoni e calci a due dottoresse della guardia medica che stavano prestando servizio nell’ambulatorio della continuità assistenziale. E’ accaduto a Torino, dove una donna vedendosi negata la prescrizione dei ciò che chiedeva, si è scagliata contro le professioniste,

La paziente, nello specifico, aveva chiesto la ricetta per uno psicofarmaco, senza produrre alcuna documentazione. Al rifiuto ha dato in escandescenza colpendo i medici con dei calci. I camici bianchi aggrediti hanno sporto denuncia ai carabinieri, con la speranza di individuare l’aggressore.

“Dalle nostre postazioni non è possibile allertare l’intervento della guardia giurata in caso di necessità. Non abbiamo alcun sistema di allarme presso il nostro ambulatorio”. A spiegarlo è Vanessa Giacometti, referente FIMMG per la Città di Torino che sottolinea come il problema riguardi tutti gli altri ambulatori della città. “Il problema – aggiunge – è che l’atteggiamento dei pazienti nei confronti del nostro servizio è sempre più aggressiv, già dal primo contatto telefonico in Centrale Operativa, dove troppo spesso noi medici riceviamo minacce e insulti”.

Per Alessandro Dabbene, segretario Provinciale FIMMG del Settore, “buona parte della responsabilità è da attribuirsi all’Asl”

“Più di un anno fa – spiega – ho richiesto alle Asl piemontesi la redazione del documento per la sicurezza dei medici di Continuità Assistenziale previsto. La Città di Torino è tra le poche che non hanno dato alcuna risposta. Inoltre il Servizio necessita di un profondo rinnovamento volto anche a scongiurare episodi come quello di ieri, per esempio con la condivisione in rete delle informazioni di base dei pazienti e l’aumento degli operatori per poter gestire con la dovuta tranquillità situazioni come questa, ma ogni tentativo di confronto non porta mai a risultati concreti. La misura è colma e FIMMG agirà di conseguenza”

 

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