L’uomo, inizialmente accusato anche di violenza sessuale, era finito a giudizio per stalking nei confronti di una dottoressa in servizio presso un ambulatorio di guardia medica

Sei mesi di reclusione. E’ la pena inflitta dal giudice monocratico del Tribunale di Bari a un 52enne della provincia di Bari finito a giudizio per stalking nei confronti di una dottoressa in servizio presso un ambulatorio di guardia medica.
L’uomo inizialmente era stato posto agli arresti con l’accusa  di violenza sessuale. Tuttavia, in seguito alla dichiarazione di improcedibilità del reato da parte del Tribunale del Riesame per querela tardiva, era stato scarcerato nel novembre del 2017. La dottoressa, infatti, aveva denunciato la violenza a nove mesi di distanza dal fatto, quindi oltre i se mesi previsti per legge. All’indagato, quindi gli erano stati concessi prima i domiciliari e poi la misura alternativa del divieto di avvicinamento alla vittima.
Gli atti persecutori denunciati dalla vittima e accertati dagli inquirenti sarebbero iniziati a ottobre 2016 e avrebbero costretto il medico a cambiare tre diverse sedi di lavoro. L’uomo si recava spesso in ambulatorio per farsi misurare la pressione, ma soprattutto, in base a quanto raccontato dalla vittima,  per “chiacchierare”.

La disponibilità all’ascolto sarebbe stata travisata dall’imputato, il quale, come sostenuto dall’accusa, “in modo pressante e vessatorio, iniziava a perseguitare insistentemente” la donna.

Il tutto attraverso “una serie continua e reiterata di telefonate, di messaggi telefonici e di azioni moleste e minacciose”. Una condotta che finiva per ingenerare nella persona offesa “un sentimento crescente di ansia e di paura per la propria incolumità”.
Secondo il Pubblico ministero titolare del fascicolo, la professionista sarebbe stata vittima di “un’opera di lenta e crescente persecuzione”. L’indagato, infatti, in base a quanto scritto nel capo d’imputazione, avrebbe maturato “una vera e propria ossessione” nei suoi confronti.
Il giudice, nel determinare la pena, ha tenuto in considerazione solamente per gli episodi relativi agli ultimi mesi. In tale periodo l’uomo era arrivato a minacciare il medico di far “saltare il palazzo” o di far “scoppiare la bombola del gas” se non lo avesse ascoltato. La donna, inoltre, era stata perseguitata con continue telefonate, anche notturne.
Il legale difensore ha fatto sapere che la vicenda giudiziaria non terminerà qui. “Sebbene la sentenza abbia riconosciuto la colpevolezza del mio cliente solo per l’ultimo periodo in contestazione – ha dichiarato –  preannuncio appello”.
 
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