La Cassazione ha confermato la condanna ad un uomo che stringeva troppo forte i seni dell’amante. Un gesto “lesivo della libertà sessuale”
Non è servito a nulla ricorrere in terzo grado di giudizio. La Suprema Corte ha infatti confermato la sentenza già emessa dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Milano. Con la sentenza n. 38646/17 del 2.08.2017 la suprema Corte ha infatti condannato l’uomo egiziano che, in un rapporto sessuale consenziente, aveva stretto troppo forte i seni dell’amante.
Richiamandosi alla condotta vietata dall’art 609-bis del codice penale, la Cassazione ha ricordato che la “condotta vietata ricomprende oltre ad ogni forma di congiunzione carnale, qualsiasi atto che, risolvendosi in un contatto corporeo, sia idoneo e finalizzato a porne in pericolo la libera autodeterminazione della sfera sessuale”.
Nel caso esaminato, l’eccesso di passione dell’uomo ha provocato nella sua partner una “sensazione dolorosa protrattasi per un paio di giorni” . Di conseguenza, il ricorso dell’uomo che stringeva troppo forte i seni dell’amante, non è stato accolto. Il gesto “invasivo e lesivo della libertà sessuale” è quindi stato condannato in via definitiva.
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