È arrivata la condanna a un anno e mezzo per violenza sessuale per il medico che toccò il seno a una paziente nel corso di una visita

È stato condannato a un anno e mezzo per violenza sessuale Cheaito Assan, medico libanese cinquantenne che toccò il seno a una paziente durante una visita.
Quando nel novembre 2014 il collegio del tribunale presieduto da Marco Cecchi gli aveva inflitto la condanna in primo grado, ora parzialmente ritoccata, si era incatenato per protesta davanti al tribunale dopo la sentenza.
Il medico che toccò il seno a una paziente aveva infatti trascorso un giorno intero incatenato alla scalinata del Palazzo di giustizia di Arezzo, con la testa incassata fra le braccia e le gambe.
L’uomo aveva rivolto insulti e imprecazioni, urlando, rivolgendosi a giudici, avvocati e a chiunque si avvicinasse al portone d’ingresso.
Il tutto per protesta contro la condanna a un anno e 8 mesi che gli era stata inflitta per violenza sessuale.
Il medico che toccò il seno a una paziente continuava infatti a professarsi innocente rispetto all’accusa di violenza sessuale.
Per i giudici, però, aveva approfittato della sua posizione per palpare una paziente al pronto soccorso del San Donato.
Sabato scorso però, la Corte d’Appello di Firenze non ha creduto alla sua versione, confermando la condanna, parzialmente corretta a un anno e sei mesi.
Il 23 settembre, infatti, la Corte – in cui la parte civile era rappresentata dall’avvocato Nicola Detti – ha solo ritoccato il verdetto di primo grado condannando il medico a un anno e mezzo.
Il medico era attualmente in servizio in una Usl delle Marche.
L’azienda sanitaria aretina, infatti, lo aveva già allontanato dal servizio in due precedenti occasioni.
Una prima volta nell’agosto 2009. In quella occasione aveva bestemmiato e sputato contro la statua di Santa Margherita all’ingresso dell’ospedale della Fratta.
Nel 2011, il secondo episodio.
Non rientrando in sede dopo un permesso in Libano, il medico era stato sospeso definitivamente.
La condanna del 2014 – sostanzialmente confermata in appello – gli era arrivata per un episodio del febbraio 2008.
A denunciare l’accaduto era stato il responsabile del pronto soccorso allertato da una infermiera. La sanitaria, infatti, aveva raccolto lo sfogo della donna che era stata palpata dal medico.

Quella mattina, il dottor Assan era di turno quando arrivò una paziente con una colica renale.

Rimasto solo con la donna, il medico avrebbe allungato la mano sul seno della donna, cinquantenne, sdraiata sul lettino delle visite.
Lo sfogo della paziente con una infermiera aveva poi innescato la denuncia. Proprio da lì aveva preso il via il procedimento sfociato sei anni dopo, nel 2014, con la condanna.
Una condanna che, in qualche modo, è stata causata dal comportamento irruento dello stesso medico.
Il processo, infatti, stava avviandosi verso l’assoluzione per l’imputato, a causa della insufficienza di prove. Ma il medico aveva preteso di rendere una sua dichiarazione in aula, durante la quale ammise di aver palpato la donna, seppure involontariamente.
Da lì la condanna in primo grado, ora confermata anche in appello.
 
 
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