L’Istituto Nazionale Tumori in prima linea, con il “Progetto Giovani”, per migliorare prognosi e trattamento e promuovere la normalità dei ragazzi

Oggi il numero di giovani che sopravvive al cancro negli anni successivi alla diagnosi è sempre maggiore rispetto al passato. Da uno studio europeo condotto dai ricercatori della struttura di Epidemiologia Valutativa dell’Istituto Nazionale dei Tumori (EUROCARE-5), riferito al periodo compreso tra il 2000 e il 2007 e pubblicato nelle scorse settimane sulla rivista The Lancet Oncology, emerge tuttavia che adolescenti e giovani adulti hanno una minore possibilità di guarire rispetto ai bambini e, in alcuni casi, anche rispetto agli adulti.

Le differenze nella sopravvivenza tra i gruppi di età sono dovute a una serie di fattori, tra cui ritardi nella diagnosi e nella cura, mancanza di linee guida sul trattamento e studi clinici specifici per adolescenti e giovani adulti, e infine diversità nella biologia dei tumori. I tassi di sopravvivenza, per tutti i tumori considerati insieme, nascondono differenze tra tumori specifici. La sopravvivenza è significativamente peggiore per adolescenti e giovani adulti rispetto ai bambini per otto tipi di cancro: leucemie linfoidi acute (55,6% vs 85,8%), leucemie mieloidi acute (49,8% vs 60,5%), linfoma di Hodgkin (92,9% vs 95,1%), NHL (77,4% vs 83,0%), astrocitomi (tipi di tumore al cervello, 46,4% vs 61,9%), il sarcoma di Ewing dell’osso (49,3% vs 66,6%), rabdomiosarcoma (cancro dei tessuti molli come il muscolo, 37,8% vs 66,6%), e osteosarcoma (il tipo più comune di tumore osseo, 61,5% vs 66,8%). Rispetto agli adulti, nello studio è risultato che ci sono solo due tipi di cancro per i quali gli adolescenti e giovani adulti sono “in svantaggio” in termini di sopravvivenza: il cancro del seno (83,5% vs 87,0%) e della prostata (79,9% vs 89,8).

Gli autori sottolineano che questa analisi precede le iniziative degli ultimi anni, nate per migliorare prognosi e trattamento per adolescenti e giovani adulti che sono state attuate in diversi paesi europei. Anche all’interno dell’IST sono nati progetti specifici per gli adolescenti malati con un duplice obiettivo, clinico e di supporto. Nel reparto di Pediatria, ad esempio, da alcuni anni è attivo un programma specifico, il ‘Progetto Giovani’, rivolto proprio agli adolescenti e ai giovani malati di tumore che si fonda sul presupposto di promuovere la normalità dei ragazzi.

“Il ‘Progetto Giovani’ – spiega il dottor Andrea Ferrari, coordinatore del Progetto – ci permette di avere protocolli dedicati per tutti i tumori che possono insorgere in questa fascia di età, l’accesso dei pazienti ai protocolli di cura, l’assistenza psico-sociale, le misure di conservazione della fertilità, ma anche progetti dedicati che possano aiutare i pazienti ad affrontare in modo diverso il percorso di cura e li facciano sentire adolescenti come tutti gli altri”.

L’iniziativa si presenta come un esempio di reale integrazione multidisciplinare; un modello di vera umanizzazione della medicina, in cui al centro del percorso di cura non c’è un paziente ma un ragazzo o una ragazza. Partendo dal modello del ‘Progetto Giovani’ si stanno sviluppando percorsi cooperativi più ampi dedicati ai giovani. In Italia è nato il progetto Siamo (società scientifiche italiane insieme per gli adolescenti con malattie oncoematologiche), fondato e coordinato da medici dell’INT; in Europa l’ENTYAC (European Network for Teenagers and Young Adults with Cancer), che promuove, per gli adolescenti ed i giovani con una diagnosi di tumore, la collaborazione tra oncologi pediatri e oncologi medici dell’adulto, l’accesso alle sperimentazioni cliniche e alla ricerca, al fine di migliorare i trattamenti per questa fascia di età specifica, così come lo sviluppo di linee guida specifiche per adolescenti e per giovani-adulti, incoraggiando stili di vita più sani e il maggiore coinvolgimento dei pazienti nei gruppi di sostegno.

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