Individuato un composto che rappresenta un capostipite per l’individuazione di molecole di potenziale sviluppo clinico per approcci terapeutici personalizzati contro i tumori solidi

La farmacologia contro i tumori solidi potrebbe arricchirsi di nuovi strumenti terapeutici selettivi. E’ stata identificata, infatti, una molecola brevettata in grado di inibire selettivamente l’attività della proteina-chinasi NEK6, bloccando la proliferazione delle cellule tumorali. Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, è frutto della collaborazione multidisciplinare tra Università Cattolica, Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e CNR.

Secondo i più recenti dati epidemiologici complessivamente in Italia ogni giorno circa mille persone ricevono una diagnosi di tumore maligno. Le malattie neoplastiche rappresentano ancora la seconda causa di morte (29% di tutti i decessi) dopo le malattie cardiovascolari (37%). In particolare, i dati ISTAT indicano il carcinoma del polmone come prima causa di morte oncologica nella popolazione italiana generale. Seguono il carcinoma del colon-retto e il carcinoma della mammella femminile. Il tumore dell’ovaio, al nono posto tra le forme tumorali, a fronte di un’incidenza relativamente bassa, rappresenta la principale causa di morte per tumore ginecologico.

“Il nostro gruppo di ricerca si è occupato negli ultimi anni del ruolo della proteina NEK6 nel tumore dell’ovaio, dimostrando come elevati livelli di espressione nel tessuto tumorale si correlino con una prognosi sfavorevole e una scarsa risposta al trattamento di prima linea”. A spiegarlo è la dottoressa Daniela Gallo, coordinatrice del gruppo di lavoro assieme al professor Giovanni Scambia e alla dottoressa Maria Cristina De Rosa.

 “Risultati simili – prosegue Gallo – sono stati ottenuti anche da altri gruppi di ricerca in differenti tumori solidi”.

“Sulla base di tali rilevanze cliniche e in considerazione del ruolo di NEK6 nella progressione del ciclo cellulare e nella crescita ancoraggio-indipendente, abbiamo ipotizzato che tale proteina potesse costituire un target interessante e promettente per nuove terapie antitumorali personalizzate”.

“Grazie all’utilizzo dei più recenti metodi di chimica computazionale, che permettono di testare virtualmente milioni di composti al computer, abbiamo identificato una serie di molecole con putativa attività inibitoria per NEK6 “ prosegue la dottoressa De Rosa.

“I composti così individuati – aggiunge la dottoressa De Donato, primo autore della pubblicazione scientifica – sono stati quindi testati in vitro con differenti tecniche per la conferma dell’attività farmacologica e successivamente valutati su un pannello di linee cellulari rappresentative di differenti tumori solidi (polmone, colon, mammella e ovaio), dimostrando un’interessante attività anche in associazione a farmaci antineoplastici di comune uso clinico, quale il cisplatino”.

Il brevetto è stato conferito in gestione alla società Molipharma s.r.l, spin-off universitario della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, creato con l’obiettivo di valorizzare le competenze e le conoscenze presenti all’interno degli Istituti universitari. “Il composto individuato – conclude il prof.Scambia –  rappresenta un capostipite per l’individuazione di molecole di potenziale sviluppo clinico per approcci terapeutici personalizzati in campo oncologico”.

Al lavoro hanno partecipato i ricercatori Benedetta Righino, Flavia Filippetti, Alessandra Battaglia, Marco Petrillo e Davide Pirolli.
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