Il sanitario a processo risulta ora accusato di omicidio colposo. Quando la vittima si era presentata in ospedale lo aveva dimesso con un antinfiammatorio.

Un medico dell’ospedale San Pellegrino di Castiglione delle Stiviere è accusato di omicidio colposo per il decesso di un uomo ucciso da un attacco cardiaco.

Sembra infatti che il sanitario, 50enne, non avesse riconosciuto i sintomi dell’infarto in corso. L’uomo accusava forti dolori alle braccia e al torace. Ciononostante, il medico aveva deciso di dimetterlo prescrivendo un antinfiammatorio, e senza nemmeno effettuare un elettrocardiogramma.

La vicenda

La vittima, A.B. di 44 anni, operaio della Indecast di Castiglione, è morto la notte del 6 luglio 2014. Quella sera l’uomo aveva mangiato un kebab, ma non si era sentito bene subito dopo. Alle due si era presentato al pronto soccorso del San Pellegrino.

L’uomo lamentava forti dolori alle braccia, al torace e nausea. Sintomi che, secondo la tesi accusatoria, erano indicativi di un infarto al miocardio.

Il medico l’aveva invece dimesso con la diagnosi di algia degli arti superiori.

Gli era stato somministrato un semplice antinfiammatorio.

Adesso, tutto si sta giocando sullo scontro tra le perizie.

La prima, effettuata dal dottor Dario Raniero, non aveva infatti ravvisato la colpa del medico.

Infatti, la Pm di allora aveva chiesto l’archiviazione. Una decisione cui la famiglia si è fermamente opposta, assistita dagli avvocati Angelo Villini, Aldo Pisani e Roberto Cuva.

Il caso è stato quindi riaperto da Silvia Bertuzzi. Nel corso dell’incidente probatorio, i consulenti del tribunale, Vincenzo Tomasetti e Emanuela Segreto hanno invece ravvisato una colpa gravissima del medico.

A loro avviso, il sanitario avrebbe fatto affidamento in modo eccessivo al racconto confuso del paziente ucciso da un attacco cardiaco. Ma, soprattutto, non avrebbe effettuato un elettrocardiogramma.

Il medico ha raccontato di aver attribuito i dolori che l’uomo lamentava ad entrambe le braccia, al fatto che il giorno prima aveva svolto lavori pesanti.

Adesso, il giudice Enzo Rosina ha chiuso l’istruttoria e fissato la discussione al 10 ottobre.

Ora i periti, entro un mese, dovranno presentare una breve relazione con le nuove linee guida fissate dalla legge per questi casi.

 

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