Approvato alla Camera, il testo passerà ora all’esame del Senato. Le registrazioni saranno visionabili solo dal pm a fini probatori

Con 279 voti favorevoli, 22 contrari e 69 astenuti, la Camera dei Deputati ha approvato mercoledì scorso il disegno di legge che consente l’installazione di telecamere a circuito chiuso negli asili nido o scuole dell’infanzia e nelle strutture per anziani e disabili, pubbliche e private.

La norma, che è ora attesa all’esame del Senato, ha l’obiettivo di prevenire e contrastare gli abusi, anche di natura psicologica, sui soggetti più indifesi; proprio pochi giorni fa i media denunciavano l’ultimo di una lunga serie di casi di maltrattamenti che ha portato alla chiusura di una struttura per anziani nel salernitano, in cui i pazienti erano costretti a subire angherie e soprusi da parte degli operatori. La raccolta dei dati sarà utilizzabile a fini probatori in sede di accertamento delle condotte di abuso.

Per questioni di sicurezza i sistemi di videosorveglianza dovranno avere immagini cifrate, con un meccanismo a due chiavi: una in possesso della struttura stessa e l’altra in mano un ente terzo certificato. Il tutto dovrà avvenire senza oneri aggiuntivi per lo Stato e pertanto le strutture interessate dovranno provvedere all’installazione degli impianti a proprie spese.

L’applicazione della legge, inoltre, dovrà fare i conti con una serie di ostacoli legati alla tutela sulla privacy. In tal senso il testo dispone che, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, il Garante per la privacy definisca gli adempimenti e le regole da applicare in relazione all’installazione delle videocamere.

Ma sul fronte privacy il testo prevede già una serie di paletti, a partire dall’accesso alle registrazioni, che è vietato salvo nel caso di segnalazione o denuncia; anche in tale circostanza, inoltre, le immagini potranno essere visionate solamente dal pm o dalla polizia giudiziaria su sua delega.

L’installazione dei sistemi di videosorveglianza poi, avverrà soltanto “previo accordo collettivo con le rappresentanze sindacali unitarie” (ovvero, in mancanza con l’autorizzazione dell’ispettorato del lavoro) e la loro presenza dovrà essere sempre segnalata a tutti i soggetti che accedono ai locali monitorati. Vietato, in ogni caso, l’uso di webcam.

Nelle strutture sanitarie e socio-assistenziali, infine, l’uso delle telecamere sarà consentito soltanto nel rispetto della Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili e previo consenso degli interessati (ovvero dei tutori se minorenni o incapaci).

Il testo del ddl dispone inoltre alcune deleghe per il completamento della normativa; oltre a quella già citata al Garante della privacy, la legge stabilisce che entro 6 mesi dall’entrata in vigore il Ministro della Salute (di concerto con i sindacati e previa intesa in sede di Conferenza Stato-regioni)  emani le linee guida per stabilire le modalità di accesso nelle strutture socio-sanitarie per garantire, laddove possibile, le visite agli ospiti per l’intero arco della giornata. Per quanto riguarda, invece, asili nido e scuole dell’infanzia,  le modalità per assicurare il necessario coinvolgimento delle famiglie interessate saranno definite dal Miur.

Anche il Governo viene chiamato in causa mediante la delega a emanare, entro un anno dall’entrata in vigore della normativa, un decreto attuativo che disciplini la formazione e valutazione attitudinale nell’accesso alle professioni educative di cura nelle strutture, sia al momento dell’assunzione in servizio che periodicamente.

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