Entrambi gli episodi di violenza ai danni degli operatori sanitari hanno avuto come bersaglio un medico e un infermiere. Nursind: personale deve concentrare sforzi sulla presa in carico dei pazienti

Non si ferma l’escalation di violenza ai danni degli operatori sanitari nelle strutture del Paese. Gli ultimi episodi si registrano a Napoli e a Bologna. In entrambi i casi ad essere presi di mira sono stati un medico e un infermiere.

Nel capoluogo partenopeo un uomo di 44 anni si sarebbe recato al Pronto soccorso dell’ospedale del Mare sostenendo di aver subito un’aggressione.  Il personale lo avrebbe sottoposto a una serie di accertamenti e di esami che, tuttavia, non avrebbero rilevato la presenza di traumi o di altre patologie.

A conclusione della visita specialistica, forse intuendo che stava per essere dimesso, il paziente avrebbe cominciato a insultare e minacciare camici bianchi e infermieri. Pretendeva che gli venisse dato del metadone. L’uomo avrebbe cominciato a lanciare oggetti prima per  aria e poi scagliandoli contro  computer e strumentazioni mediche. Sarebbe arrivato anche a strattonare un medico prima di essere bloccato dalle guardie giurate e consegnato alla polizia. Gli agenti avrebbero quindi provveduto alla sua identificazione per poi portarlo via.

A Bologna, invece, un medico e un’infermiera dell’ospedale Sant’Orsola sarebbero stati affrontati da un giovane che avrebbe dato in escandescenza dopo essere stato portato in pronto soccorso sotto l’effetto di alcol e forse anche di droghe. L’episodio è stato denunciato dal sindacato delle professioni infermieristiche Nursind, che chiede un potenziamento del sistema di vigilanza. “Infermieri e medici – afferma Antonella Rodigliano, segretaria territoriale dell’Associazione – non possono pensare anche alla difesa da aggressioni, devono concentrare i loro sforzi sulla presa in carico dei pazienti”,

Per il Nursind  a fronte di casi di ubriachezza, pretesa di priorità, maleducazione, alterazione psichica, discordanza sul trattamento terapeutico e tossicodipendenza. Serve “la presenza di un deterrente all’aggressione”. Questo “non può essere costituito da personale sanitario, ma da personale esperto ed appositamente formato, costituito dalle forze dell’ordine o dalla vigilanza privata”.

Leggi anche:

SPUTI E SCHIAFFI, NUOVA AGGRESSIONE A UNA GUARDIA MEDICA IN SICILIA A

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui