La nascita lotus o lotus birth è la pratica in cui si prevede di non tagliare il cordone ombelicale che unisce il neonato alla placenta. Si tratta di un metodo di parto attivo dalla fine degli anni ’70 e che prende il nome da Clair Lotus Day, l’infermiera californiana che per prima non recise il cordone ombelicale quando naque suo figlio nel 1974.

Da allora questa modalità di nascita è stata portata avanti da Jeannine Parvati Baker in America e da Shivam Rachana in Australia. Quest’ultima è anche l’autrice dell’unico testo sulla nascita lotus “Lotus Birth: il parto integrale – nati con la placenta” che ha diffuso questa modalità di nascita, sia in casa che in ospedale.

In sostanza, subito dopo il parto, il neonato rimane attaccato alla placenta fino al momento in cui questa non si distacca naturalmente, il che avviene di solito dopo 3 o 4 giorni – in casi eccezionali si arriva fino a 10, lasciando una perfetta chiusura ombelicale.

Il concetto che sta alla base della lotus è che la placenta è un organo, dunque parte del bambino stesso al quale ha fornito nutrimento dal primo istante di vita e dunque ha lo stesso DNA e la sua separazione è una sorta di amputazione. Si lascia dunque che il nuovo nato riceva tutti i nutrienti (sangue e ossigeno) dalla placenta. Il lotus quindi in base a questi principi rispetta la funzione di questo organo e il suo ciclo di vita, vitale al momento della nascita e che si va a esaurire successivamente.

Sempre secondo la teoria di riferimento, tale pratica fa sì che il sistema immunitario del bambino sia rafforzato così come la sua protezione cerebrale, attraverso la doppia respirazione, quella placentare e quella polmonare. L’impegno richiesto dalla lotus birth è nei giorni in cui la placenta è con il bambino e che nell’utero svolge tutte le funzioni, dai polmoni, all’apparato digerente fino alla pelle.

Una volta nato, la placenta viene ben lavata e asciugata e nei giorni che è con il bambino appassisce prosciugandosi proprio per il trasferimento di sangue ed energia al neonato. La non recisione del cordone ombelicale va stabilita in anticipo con coloro che assistono al parto attraverso il consenso informato.

La decisione di seguire questa pratica però non permette la raccolta delle preziose cellule staminali proprio perché rimangono all’interno del cordone ombelicale. Esiste tuttavia la pratica di lotus parziale, cioè il taglio del cordone qualche ora dopo la nascita. Il lotus si può praticare anche nei casi di parto cesareo qualora la situazione lo imponga, anzi, secondo la filosofia lotus il bambino nato da cesareo o pretermine è quello che beneficia di più dei vantaggi lotus.

Laura Fedel

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