Per lo sciopero nazionale dei medici indetto per oggi ci sarebbe delle adesioni del 90%. Diversi i disagi negli ospedali italiani con circa 40mila interventi sospesi

Per lo sciopero dei medici indetto per la giornata di oggi, 23 novembre, si stanno registrando adesioni del 90%. Numeri altissimi, che al contempo stanno però creando notevoli disagi in tutti gli ospedali italiani.

Le adesioni del 90% allo sciopero proclamato oggi dai camici bianchi tra medici, veterinari e dirigenti sanitari del Sistema sanitario nazionale, ha portato a circa 40mila interventi sospesi. Secondo Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao-Assomed intervenuto oggi all’ospedale San Camillo di Roma durante la conferenza stampa indetta dai sindacati della dirigenza, si tratta dell’adesione più elevata mai vista.

“Non è uno sciopero corporativo”, ha aggiunto Palermo che afferma di aver “ricevuto un messaggio dal ministro Grillo, che ci riceverà tra poche ore”.

“Bisogna che si risolva il conflitto tra Regioni e Mef. Non possiamo accettare che il diritto a un contratto dignitoso venga messo in concorrenza con il diritto alla salute dei cittadini – ha continuato Palermo – Le Regioni hanno avuto i fondi e ora qualcuno si assuma la responsabilità di finanziare ciò che è previsto dalle leggi. Chi lavora nel servizio sanitario ha diritto ad un giusto salario”.

Uno sciopero, quello di oggi, che potrebbe però facilmente avere un seguito.

“Abbiamo avuto un incontro con la presidente della Commissione Affari sociali della Camera e sembrerebbe che l’attenzione sia cresciuta su queste problematiche. Ma senza risposte – avverte Palermo – noi proseguiremo nella lotta e proclameremo una o due giornate di sciopero a dicembre, quando la Manovra sarà al Senato”.

Insomma, non si escludono nuove agitazioni anche a livello regionale nel 2019.

Secondo Carmine Gigli, Fesmed, “lavoriamo con difficoltà crescenti, i turni superano le 48 ore continuative che sono assolutamente fuori legge, senza nessun rispetto per il riposo, abbiamo centinaia di giorni di ferie che non possono essere godute. I medici – aggiunge Gigli – sono logorati e molti passano al privato perché quello che viene chiesto nelle Asl italiane è insostenibile

“Hanno aderito allo sciopero 12mila anestesisti-rianimatori, il 90%, 40mila interventi sono stati sospesi – ha dichiarato Marco Chiarelli, presidente dell’Arooi-Emac Marche – non ha senso che il ministro ci dica che le risorse ci sono dall’anno prossimo, ma intanto restiamo in condizioni economiche vergognose. Le risorse vanno stanziate nella Manovra di questo anno”. Molto critico sulla posizione del Governo è stato anche Andrea Piccinini, vicepresidente Cimo. “Mi pare che ci sia la volontà di creare una sanità pubblica per i poveri e una privata per i ricchi”, ha affermato.

 

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