La bambina, ora 13enne, dall’età di 2 mesi e mezzo è affetta da atrofia cerebrale: nel curare la bronchiolite che la colpì ci fu un presunto errore dei sanitari

È una vicenda drammatica quella della famiglia di A.M., ragazzina 13enne di Cava de’ Tirreni affetta da atrofia cerebrale dall’età di due mesi e mezzo.

La vicenda risale ad alcuni anni fa, quando la piccola, a causa di una bronchiolite, venne portata all’ospedale cittadino.

Qui, però, i medici non compresero probabilmente la gravità delle sue condizioni.

La bambina non venne subito trasferita al Santobono di Napoli, rinomato per la rianimazione pediatrica.

La decisione nasceva proprio dal fatto che le condizioni della bimba non erano stati considerate tali da rendere necessario un ricovero in rianimazione.

I sanitari hanno poi deciso il trasferimento al Cardarelli. Nel nosocomio, i medici hanno subito deciso per il ricovero  in rianimazione: lì ha trascorso 45 giorni in coma farmacologico.

In quel lasso di tempo, alla bambina pare sia stato somministrato un sedativo troppo forte.

E il presunto errore – e quindi la responsabilità – dei sanitari, risiederebbe proprio in questa catena di decisioni, dal mancato trasferimento al Santobono fino alla somministrazione del sedativo. La bimba ha in seguito sviluppato una gravissima atrofia cerebrale che ora la costringe a vivere su una sedia a rotelle.

Questa è l’accusa dell’avvocato Mario Cicchetti che segue i genitori della piccola A, ma sarà ovviamente il Tribunale di Salerno ad accertare eventuali responsabilità del personale sanitario.

Per quanto avvenuto, la famiglia ha comunque chiesto un maxi risarcimento di 30 milioni di euro.

La bimba, ora 13 enne, è affetta da atrofia celebrale che interessa le zone del cortico e sottocorticale. Una condizione grave, che nemmeno le cure all’estero sono riuscite a lenire in alcun modo.

Per conoscere la decisione dei giudici, però, bisognerà ora attendere l’11 gennaio 2019, giorno della udienza conclusiva di primo grado, al tribunale di Salerno.

I genitori, ormai disperati, confidano quanto meno in una conclusione positiva del processo.

“Per mia figlia mi auguro un miracolo ma so che difficile. Mi accontento che venga fatta giustizia, ha dichiarato la madre della piccola.

 

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2 Commenti

  1. A me sembra un racconto teso a promuovere l attività di avvocati avvoltoi nei confronti di chi tutti i giorni si fa il mazzo per salvare vite! Imprecisioni ed errori nel racconto fanno supporre essere stato scritto da una persona completamente ignorante in materia! E poi dico…. 13 anni per rendersi conto della atrofia?!?

    • Caro Fabio volevi leggere una relazione medico legale? Se tu non sei, invece, ignorante della materia, dicci come andava scritto questa notizia redatta da “avvoltoi”.
      Un “sincero” saluto

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