A causa di un parto ritardato, un bambino è nato cerebroleso. Adesso la Ausl è stata condannata a un maxi risarcimento nei confronti dei familiari di 3 milioni di euro

La Ausl Romagna dovrà risarcire 3 milioni di euro a una coppia di genitori di un bimbo nato cerebroleso a causa di un parto ritardato. A stabilirlo è stata una sentenza del Tribunale di Rimini, la sezione civile che pochi giorni fa ha condannato l’Ausl Romagna a versare al padre e alla madre del bambino, che adesso ha otto anni, il maxi risarcimento.

Una battaglia, quella intrapresa dalla famiglia tramite l’avvocato Bruno Barbieri, che è finalmente arrivata a una conclusione.

I fatti si sono svolti all’ospedale di Rimini.

La donna si era presentata al nosocomio nell’autunno del 2009, a 39 settimane e 4 giorni di gravidanza, per una prematura rottura delle membrane. Ciononostante i medici avevano atteso ben 31 ore prima di stimolare il travaglio per far nascere il piccolo.

E questo ritardo ha provocato nel neonato una lesione cerebrale irreversibile, che lo ha reso disabile al 100%.

Il bimbo nato cerebroleso, infatti, non potrà mai avere una vita normale.

Da qui era nata la battaglia legale intrapresa con l’Ausl. Le perizie compiute dagli esperti del Tribunale hanno infatti confermato che “i danni cerebrali irreversibili del minore sono integralmente ascrivibili alla condotta dei sanitari. Se il travaglio fosse stato indotto cinque ore prima si sarebbero evitati gli esiti dell’asfissia acuta”.

“È emerso – aggiungo i giudici – che i sanitari hanno violato la regola prudenziale che, in presenza di aumentato rischio infettivo, suggerisce l’induzione del parto al fine di fronteggiare le complicanze quali ipossia”.

Una tragedia, quella di questa famiglia del pesarese, che nessuna cifrà potrà mai risarcire. I genitori da otto anni devono assisterlo 24 ore su 24 per la sua condizione totalmente invalidante.

Laconico il commento dell’avvocato Barbieri.

“Mi auguro – afferma il legale – che l’Ausl provveda ad ottemperare a questa sentenza in tempi brevi. Fino ad ora nessuno si è fatto vivo”.

“È ancora più doloroso – commentano i genitori dopo la sentenza – sapere che la tragica condizione a cui è stato condannato nostro figlio è dovuto a una negligenza dell’ospedale e non dipende dal destino. Nessuna cifra potrà mai risarcire la vita del nostro bambino”.

 

 

 

Hai vissuto un’esperienza simile? Credi di essere vittima di un caso di errore medico? Scrivi per una consulenza gratuita a redazione@responsabilecivile.it o invia un sms, anche vocale, al numero WhatsApp 3927945623

 

 

 

Leggi anche:

GINECOLOGO CONDANNATO A 28 MESI: ERA ACCUSATO DELLA MORTE DI UN BIMBO

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui