La protesta dell’Asgi contro l’Inps sul bonus mamma per straniere: ridefinire i requisiti per non dare luogo a discriminazioni

L’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) ha presentato ricorso sul bonus mamma per straniere, a causa della discriminazione operata dalle circolari Inps sul premio alla nascita rispetto a quanto previsto dalla legge.
Il bonus è il contributo di 800 euro previsto nella legge di bilancio (dall’art. 1 comma 353) – erogato in un’unica soluzione – per ogni figlio nato o adottato nel 2017, ma a tali agevolazioni non avranno diritto le donne straniere che non sono in possesso del permesso di soggiorno. A stabilirlo è stata la circolare 61 del 15 marzo 2017 dell’Inps che definisce le modalità del premio alla nascita.
I requisiti per usufruire del bonus mamma sono: avere la residenza in Italia, cittadinanza italiana o comunitaria oppure il permesso di soggiorno o status di rifugiata politica. Il beneficio economico può essere maturato anche in caso di parto antecedente l’inizio dell’ottavo mese di gravidanza. Se però la madre non è cittadina comunitaria va inserito il permesso di soggiorno o gli elementi che ne consentono la verifica (tipologia del titolo, numero titolo, la Questura che lo ha rilasciato). A questo punto l’Inps effettuerà i controlli del caso accedendo alle banche dati del ministero degli Interni e delle amministrazioni. Questa regola, però, pone un limite importante al bonus mamma per straniere.
Proprio in virtù di questo, l’Asgi – insieme a APN e Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’Uomo ONLUS – ha deciso di intervenire richiedendo al Tribunale di Milano la verifica del carattere discriminatorio delle circolari n. 39, 61 e 78 con cui l’Inps limita l’erogazione del bonus mamma per straniere solo quando quest’ultime sono titolari di protezione internazionale o di permesso di lungo soggiorno. Come riportato nel sito dell’Asgi “L’Inps non aveva risposto alla lettera inviata lo scorso 1 marzo con cui Asgi aveva già fatto presente all’Istituto l’illegittimità di tale limitazione, così l’8 giugno 2017 è stato depositato un ricorso in Tribunale. La legge stabilisce che qualsiasi donna che si trovi al settimo mese di gravidanza dopo il 1° gennaio 2017, ha diritto a ricevere un contributo di 800 euro, senza alcuna limitazione né in relazione al reddito né in relazione alla cittadinanza o al titolo di soggiorno”.
Non solo. Secondo le associazioni ricorrenti, “l’Inps non può impedire l’accesso alla prestazione ad alcune categorie di stranieri a cui la legge destinava il diritto al contributo, escludendo dalla platea dei destinatari le donne titolari di permesso unico lavoro, di permesso per motivi umanitari e le titolari di carta blu che rappresentano almeno il 45% delle donne straniere”. Un’altra discriminazione importante denunciata dall’Asgi nell’ambito della concessione del bonus mamma per straniere, risiede nel fatto che “se anche fosse disposta con legge (cosa che appunto non è avvenuta), l’esclusione degli stranieri privi dei requisiti introdotti dall’Inps sarebbe illegittima, perché in contrasto con la normativa nazionale e comunitaria che prevede la parità di trattamento nell’accesso alle prestazioni sociali per i titolari di permesso unico lavoro (art. 12 direttiva 2011/98), i titolari di carta blu (art. 14 direttiva 2009/50) e i titolari di permesso umanitario (art. 34 comma 5 d.lgs 251/2007)”.
Da questi presupposti è partita la richiesta al giudice, da parte delle associazioni, di verificare il carattere discriminatorio della condotta dell’Inps, ordinando all’istituto di revocare o modificare le circolari limitative del diritto “garantendo a tutte le donne straniere regolarmente soggiornanti l’accesso al beneficio come previsto dalla Legge di Bilancio 2017”.
Ma, secondo l’istituto di previdenza, non è stata introdotta alcuna limitazione alla fruizione del bonus mamma per straniere. L’Inps ha poi precisato che le circolari, prima della loro pubblicazione, sono messe al vaglio dei ministeri che, nel caso specifico, non hanno manifestato rilievi.
Si attende, quindi, il parere del giudice per capire se il bonus mamma per straniere potrebbe essere esteso anche alle mamme ancora non in possesso di un permesso di lungo soggiorno.
 
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