Aprire l’accesso incondizionato ai corsi di laurea in Medicina significherebbe, per l’Associazione, condannare intere generazioni di giovani medici alla disoccupazione o all’emigrazione

Le recenti dichiarazioni di varie personalità politiche, inerenti una possibile eliminazione del “numero chiuso” a Medicina preoccupano la dirigenza medica e sanitaria. Per l’Anaao Assomed, l’accesso programmato al Corso di laurea in Medicina e Chirurgia è un valore da preservare. Ciò al fine di garantire ai giovani un’adeguata formazione, teorica e pratica, durante il percorso di studi, come previsto dalla normativa europea. Inoltre, il numero chiuso rappresenta un argine al “tragico fenomeno della pletora medica, già conosciuto in Italia in un passato non lontano”.

Aprire in modo incondizionato l’accesso ai corsi di laurea in Medicina significherebbe – sottolinea l’Associazione – condannare intere generazioni di giovani medici alla disoccupazione o all’emigrazione. Il tutto “dopo aver illuso loro e le rispettive famiglie con un percorso di studi lungo ed impegnativo”. Disoccupazione ed emigrazione, peraltro, già oggi costituiscono un fenomeno crescente.

Molti laureati sono infatti esclusi dai percorsi formativi a causa dell’esiguo numero di contratti di specialità disponibili.

“Ciò che diversi pulpiti si ostinano a non vedere – sottolinea l’Anaao – è il divario crescente tra il numero dei laureati in medicina (più di 10.000 ogni anno, circa 52.000 nel prossimo quinquennio) ed il numero di coloro (in media 7500 all’anno) che accedono al percorso di formazione post-lauream, per ottenere il titolo di specialista o l’attestato di formazione per MMG. 2500 giovani medici laureati sono ogni anno lasciati in parcheggio, privi di uno sbocco occupazionale stabile all’interno o all’esterno del SSN”.

L’abolizione del numero chiuso produrrebbe un incremento dei laureati che, in assenza di un aumento delle possibilità di formazione post-laurea, non potrebbero esercitare la professione. Un enorme spreco di risorse, visto che – evidenzia il Sindacato – “formare un medico costa ai cittadini circa 200.000 euro”.

Per sopperire alla carenza di specialisti, secondo l’Anaao, occorre invece permettere a tutti i laureati in Medicina e Chirurgia di proseguire il percorso formativo post-lauream. Una condizione necessaria “per acquisire il requisito necessario per accedere al mondo del lavoro pubblico e privato”. In tal modo si potranno “riempire i vuoti creati dalla massiccia ondata di pensionamenti, legati alla ‘gobba demografica e alla prevista riforma della legge Fornero”.

Nei prossimi 10 anni, infatti, andranno in quiescenza circa 80.000 medici specialisti, prevalentemente ospedalieri, con picco massimo fra il 2019 ed il 2023. “Lo ripeteremo fino alla nausea: il numero chiuso da cancellare è quello che strozza l’accesso al percorso di formazione post laurea.

L’Anaao Assomed ribadisce quindi la richiesta che il numero dei contratti di formazione specialistica venga da subito incrementato di almeno 3.000 unità. Un aumento necessario per riassorbire “le migliaia di giovani attualmente prigionieri di una trappola professionale creata da una sciagurata e fallimentare programmazione dei fabbisogni”.

 

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