Secondo l’ipotesi accusatoria il camice bianco non avrebbe riconosciuto i sintomi di un infarto in corso dimettendo una paziente, poi deceduta a distanza di meno di 48 ore, con una diagnosi di mialgia

Si terrà a novembre la prima udienza del processo nei confronti di un medico in servizio presso una clinica polispecialistica della provincia di Napoli. Il camice bianco è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo per il decesso di una donna di 55 anni, morta nel gennaio del 2018. Come ricostruisce il Mattino, la signora, due giorni prima della tragedia, si sarebbe recata presso il Pronto soccorso della struttura sanitaria lamentando dolori al petto e al braccio destro. Il medico, tuttavia, l’avrebbe rimandata a casa con una diagnosi di mialgia e la prescrizione di un antinfiammatorio. Dopo quarantottore la paziente è stata trovata priva di vita in casa dal marito.

La famiglia ha quindi deciso di presentare una denuncia per fare piena luce sull’accaduto e la Procura ha aperto un fascicolo sul caso. Alcuni mesi dopo il decesso la salma è stata riesumata per lo svolgimento dell’autopsia.

Dall’esame necroscopico sarebbe emerso che la signora aveva un infarto in corso che, secondo l’ipotesi accusatoria, il professionista non avrebbe riconosciuto. Da li la decisione della magistratura  di accogliere la richiesta dei legali dei parenti della vittima rimettendo la questione al giudizio del Tribunale. Gli avvocati del medico, invece, avevano chiesto la piena assoluzione per il loro assistito.

Spetterà dunque ora al Giudice valutare la condotta del dottore nonché la sussistenza di eventuali responsabilità per l’accaduto. La clinica, invece, non risulta coinvolta nelle indagini in quanto estranea ai fatti.

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