Il testo, presentato dalla Lega, prevede, tra le misure di contrasto agli episodi di violenza nelle strutture sanitarie, l’istituzione di presidi fissi di polizia in ogni Pronto soccorso di primo e secondo livello

Porre un freno ai numerosi episodi di violenza nelle strutture sanitarie del nostro Paese. Questa l’esigenza da cui scaturisce una nuova proposta di legge targata Lega, a prima firma dei deputati Carlo Piastra e Massimiliano Panizzut.

Secondo alcune statistiche, si legge nella relazione che accompagna il provvedimento, ogni anno si contano oltre 1000 casi di aggressioni dirette nei confronti degli operatori sanitari. Nella maggior parte delle situazioni, si tratta di episodi rivolti a persone di sesso femminile. Le cronache, in particolare, segnalano tanto episodi di percosse quanto ben più gravi tentativi di violenza fisica e sessuale.

La maggior parte delle aggressioni avrebbe origine in una insoddisfazione derivante da prestazioni che il paziente si vede negare, pur ritenendo di averne diritto. Ma, per i deputati leghisti sussistono anche altri fattori. Tra questi, la mancanza di limiti all’accesso dei visitatori negli ospedali e negli ambulatori. O ancora il fatto che molti centri siano collocati in zone isolate e scarsamente illuminate.

Da qui l’esigenza di un intervento normativo finalizzato a garantire l’ordine pubblico nell’ambito delle strutture sanitarie, nonché a tutelare tutti gli operatori del settore. Questi ultimi, infatti, svolgono un ruolo importante nella società e non possono essere esposti a rischi continui per la loro incolumità personale.

Il testo reca “Disposizioni per garantire la sicurezza, l’ordine pubblico e l’incolumità di cittadini ed operatori sanitari presso le strutture ospedaliere”.

L’articolo 1 modifica l’art. 61 c.p. prevedendo aggravanti per chi colpisce medici, infermieri o personale ausiliario in qualità di pubblici ufficiali, nell’esercizio delle proprie funzioni.

Il secondo articolo modifica l’art. 336 c.p., che punisce il delitto di violenza o minaccia ad un pubblico ufficiale. Viene precisato che la norma si applica anche al personale medico, infermieristico ed ausiliario delle strutture ospedaliere e territoriali del Ssn e ai farmacisti.

L’articolo 3, prevede che presso ogni pronto soccorso dei presìdi ospedalieri di primo e secondo livello sia istituito un presidio fisso di polizia. Questo dovrà essere composto quanto meno da un ufficiale di Polizia giudiziaria e da due agenti. L’obiettivo è la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza.

Nei presìdi ospedalieri di base, con un bacino d’utenza tra gli 80.000 e i 150.000 abitanti, qualora non sia possibile istituire il presidio fisso di polizia per ragioni organizzative o economiche, dovrà essere prevista la sorveglianza di agenti preposti, anche attraverso contatti diretti e frequenti con il personale sanitario. Tali norme si rendono necessarie affinché il pronto soccorso sia considerato alla stregua degli obiettivi sensibili e ad alto rischio.

 

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