Nel primo semestre del 2018 i farmaci equivalenti raggiungono il 22% dei consumi in farmacia. I biosimilari segnano un +27%

Cresce il ricorso dei cittadini alla cure senza brevetto. Nel primo semestre del 2018 i farmaci equivalenti hanno assorbito il 21,95% dei consumi in farmacia. I biosimilari hanno conquistato il 12% del mercato di riferimento.

E’ quanto emerge dai report realizzati dall’Ufficio studi Assogenerici-Ibg. I dati sono stati diffusi in occasione dell’Assemblea pubblica dell’associazione che rappresenta le industrie dei farmaci generici e biosimilari in Italia.

Nel periodo gennaio-giugno, la performance dei farmaci equivalenti segna un incremento del 5,7% a unità e del 12,1% a valori. Il tutto a fronte di un rallentamento del mercato farmaceutico complessivo (+0,2% a unità, -1,3% a valori).

Il trend positivo è determinato, in particolare, dalle immissioni in commercio di nuovi farmaci generici equivalenti a seguito delle scadenze brevettuali registratesi nel 2017.

Complessivamente il mercato dei generici equivalenti quota in circa 1,84 miliardi in prezzi ex factory.

Il giro d’affari del comparto si conferma concentrato essenzialmente in classe A per un totale di 1.45 miliardi (78,8% del totale).

L’analisi geografica dei consumi evidenzia che il consumo degli equivalenti di classe A si concentra soprattutto al Nord (36,5% a unità; 27,1% a valori). Risultano distanziati il Centro (26,8%; 20,2%) e il Sud Italia (21,5%; 16,2%).

A guidare la classifica dei consumi di equivalenti è la Provincia Autonoma di Trento, con il 42,5% delle unità dispensate dal SSN nel periodo gennaio-giugno. Seguono la Lombardia (38,8%), l’Emilia Romagna (36,4%),il Friuli Venezia Giulia (36,2%) e la Valle d’Aosta (35%). In coda troviamo invece Calabria (19,5%), Basilicata (19,8%), Campania e Sicilia (21%).

Per quanto riguarda le molecole biosimilari, i 45 prodotti in commercio sul mercato italiano hanno fatto registrare una crescita complessiva del 27,7%. Il dato non tiene contro delle nuove molecole biosimilari lanciate sul mercato solo da giugno 2017.

Diversificato ma comunque in crescita il quadro dei consumi a livello regionale. A registrare il maggior consumo di biosimilari per tutte le molecole in commercio sono la Valle d’Aosta e il Piemonte (41,89% sul mercato complessivo di riferimento). Seguono Sicilia (18,82%), Basilicata (14,79%), Friuli Venenzia Giulia (13,34%), Toscana (12,72%). Tutte le altre Regioni risultano al di sotto della media nazionale; fanalini di coda Puglia e Umbria che non raggiungono neanche il 5% dei consumi.

 

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