Il provvedimento, a prima firma del presidente della Commissione Sanità del Senato, Pierpaolo Sileri, estende il regime di intramoenia agli operatori delle professioni sanitarie che prestano la propria attività in regime di lavoro dipendente a tempo pieno o parziale presso strutture sanitarie pubbliche

Presentato ieri a Roma il disegno di legge a prima firma del senatore pentastellato Pierpaolo Sileri, un ddl che punta ad estendere l’attività libero professionale intramoenia a tutte le professioni sanitarie.

“Oggi si registra l’assenza di norme che consentano al personale delle professioni sanitarie non mediche, come già accade per i medici, di svolgere attività libero professionale a latere del loro rapporto di lavoro in qualità di dipendenti della pubblica amministrazione. Questa peculiare condizione – ha sottolineato Sileri nel presentare il provvedimento – ha dato vita ad un mercato di prestazioni sanitarie per buona parte sommerso, destinato a crescere sempre di più a causa delle cronicità in costante aumento e della domanda che proviene dalle famiglie con un non autosufficiente a carico (920mila), per non parlare dei 2,5 milioni di famiglie con minori”.

Il disegno di legge consta di soli due articoli. L’articolo 1, nello specifico, modifica la legge 3 agosto 2007, n. 120 recante ” Disposizioni in materia di attività libero-professionale intramuraria e altre norme in materia sanitaria”. Il testo, nello specifico, estende il regime di intramoenia agli operatori delle professioni sanitarie che prestano la propria attività in regime di lavoro dipendente a tempo pieno o parziale presso strutture sanitarie pubbliche.

“Con il presente provvedimento – si legge nella relazione illustrativa – si completa il processo di valorizzazione dell’infermiere e delle altre professioni sanitarie che devono diventare attori del servizio intramoenia in team assistenziale per poter godere di una loro esclusività, un loro tariffario e costruire un rapporto di fiducia con il paziente”.

Il Disegno di Legge “rappresenta non solo un atto di riconoscimento della multi-professionalità di chi cura e assiste i pazienti, ma anche una soluzione a una anomalia che attualmente presentavano certi aspetti dell’assistenza”. Questo il comento del presidente della Federazione delle professioni infermieristiche (FNOPI), Barbara Mangiacavalli che però evidenzia alcuni presupposti da tenere saldamente fermi e da inserire nel provvedimento.

Il primo è che l’attività libero-professionale intramuraria deve configurarsi come vera opportunità per il cittadino di esercitare il diritto alla libera scelta e non come strumento per sopperire alle carenze di organici e di assistenza che devono essere sempre assicurati dal Servizio Sanitario Nazionale. “L’intramoenia – sottolinea – non può e non deve rappresentare una partita di scambio per far fronte a politiche pubbliche depressive in materia di personale, come purtroppo è già accaduto”.

Inoltre, secondo Mangiacavalli, le risorse che il Ssn incasserà grazie all’esercizio dell’attività intramuraria degli infermieri dovranno essere finalizzate al rafforzamento dell’offerta pubblica, quindi il canale istituzionale, attraverso investimenti in politiche assunzionali.   

“Abbiamo già pronti i nostri emendamenti al testo – conclude la presidente FNOPI – che presenteremo in audizione al Senato durante l’iter che da oggi partirà. Vogliamo offrire il nostro contributo per giungere ad un testo che sia il più ‘giusto’ possibile per i diritti dei cittadini, per il Ssn e per i professioni che vi lavorano”.

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